La ticinese Susan Bandecchi, alla prima convocazione in Nazionale, si racconta alla vigilia della sfida contro la Polonia in Billie Jean King Cup
«Ho saputo della convocazione sabato mattina, e davvero non me l’aspettavo. Semplicemente mi hanno detto: domani si parte per la Polonia».
È raggiante Susan Bandecchi – attualmente numero 189 del ranking Wta –, raggiunta al telefono a Radom, dove con la Nazionale rossocrociata, da giovedì a domenica, disputerà il turno preliminare di Billie Jean King Cup, in pratica la Coppa Davis femminile.
«Faticavo a credere che fosse vero», spiega i dettagli della sua prima convocazione la ventiseienne tennista ticinese, chiamata dal capitano rossocrociato Heinz Günthardt a sostituire la numero 1 elvetica Belinda Bencic, che ha dato forfait perché bisognosa di un periodo di riposo dopo i mesi intensissimi che sono seguiti al suo rientro alle competizioni dopo la maternità. «Mi trovavo dal mio ragazzo per un weekend di relax, e subito sono tornata a casa, ho preparato tutto quanto e domenica pomeriggio ero in aeroporto».
Che tipo di emozione si prova alla prima chiamata in Nazionale?
È bellissimo. Era sempre stato il mio sogno. Per la verità, Heinz mi aveva telefonato una volta già qualche anno fa, dicendomi che mi stava tenendo d’occhio, ma poi purtroppo non ci fu l’occasione affinché mi convocasse davvero. E ora invece – quando ormai ero convinta che non mi avrebbero mai più chiamata, perché le convocazioni erano state diramate già un mese fa – grazie al fatto che Belinda non sta bene, hanno pensato subito a me. È stato del tutto inaspettato, ma mi rende molto contenta e anche molto curiosa di sapere come sarà questa esperienza di un’intera settimana col gruppo della Nazionale.
Scendere in campo in un incontro ufficiale non sarà per nulla scontato ma, a questo punto, sognare non costa nulla, no?
Ovvio, io prenderò tutto ciò che viene. Ma, dovessi giocare, io sarò prontissima. Sono sempre stata portata per le competizioni a squadre. In quelle occasioni do sempre tutto, fa parte del mio carattere. Se invece dovrò stare in panchina a tifare, sarò pronta anche a fare quello. Cercherò di trarre tutto il meglio da questa esperienza.
Già alla fine del 2024 – dopo quasi due anni di sofferenza derivante dai problemi fisici, specie l’infortunio al piede che ha richiesto tempo per essere risolto, e con la conseguente perdita di posizioni in classifica – si era capito che il peggio era ormai passato e che tutto finalmente si era rimesso al meglio: alcuni tornei vinti, una forma sempre migliore e soprattutto la ritrovata fiducia in te stessa, senza la quale non si va da nessuna parte…
Ho terminato lo scorso anno davvero come meglio non avrei potuto. Ora naturalmente, dopo essere tornata a disputare tornei di più alto livello, vinco un po’ meno partite rispetto a qualche mese fa, c’è inevitabilmente una minore continuità nei risultati. Ma ho ottenuto comunque qualche bel successo, ad esempio la scorsa settimana contro l’ucraina Starodubtseva, che è numero 100 al mondo. Ma in certi casi ho fatto belle prestazioni pur perdendo, come contro Alizé Cornet, che è stata ferma un po’ ma è pur sempre la Cornet: ho avuto molte occasioni per batterla in quest’ultimo match, pur non riuscendoci. Immagino che tutto ciò abbia contribuito a convincere Heinz a chiamarmi.
Possiamo dire che oggi il destino ti sta restituendo tutto ciò che in quel periodo sfortunato ti aveva tolto?
In effetti, molte persone in queste ore mi hanno scritto che davvero meritavo questa occasione. E forse hanno ragione, se pensiamo che l’anno scorso, a un certo punto, io avevo seriamente pensato di smettere di giocare a tennis, perché non riuscivo a vedere una fine in fondo al tunnel in cui mi ritrovavo. Poi però ho lavorato moltissimo per tornare ai miei livelli e per raggiungere questa convocazione, che faceva parte degli obiettivi a lungo termine che mi ero prefissata. Alla fine, penso che valeva davvero la pena soffrire e lottare contro le avversità e i momenti bui.
E gli altri obiettivi, ora, quali sono? Dopo la parentesi della Billie Jean King Cup, cosa prevede il tuo calendario?
Mi sono da poco spostata sulla terra, per preparare al meglio il Roland-Garros, che è il primo dei grandi obiettivi. Poi ovviamente ci sarà Wimbledon: col mio attuale ranking, infatti, sono praticamente certa di riuscire a giocare entrambi questi Slam, partendo ovviamente dalle qualificazioni. Più in generale, l’obiettivo resta comunque quello di migliorarmi, giocando bene e allenandomi al meglio, perché solo così si ottengono risultati.
In questo momento, senti di dover ringraziare qualcuno?
Certamente Günthardt e la Federazione, per la preziosa occasione che mi stanno offrendo. Oltre naturalmente a me stessa, appunto per non aver mai mollato, nemmeno nei momenti più scoraggianti.