Incontri

Erry & Kenzo nel vortice energico della musica

Il duo polistrumentista psy funk, formatosi nel 2019 dopo un incontro casuale al Monte Verità, si racconta fra ritmi coinvolgenti e crescita personale

(© Erry & Kenzo)
27 luglio 2025
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Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione

Erry (Enrico Varriano) è nato sul mare, a La Spezia, il 28 marzo 1977. L’essere stanziale non fa parte della sua crescita: il babbo marinaio cambia porti spesso, portandosi con sé la famiglia: Liguria, Molise per poi approdare a Padova, qui Erry studia all’Università formandosi in ambito sociale. Ha sempre coltivato la musica come sua principale possibilità di espressione. Famelico di evoluzione, dopo gli studi parte per l’Asia: Thailandia, Malesia e India gli aprono mente e cuore. L’amore lo porta a Locarno, dove vive con la famiglia. Si dimena tra musica, scuola, famiglia e «tuffi nella natura».
Kenzo (Lorenzo Nessi), è nato il 31 ottobre 1988 sotto il segno dello scorpione e una buona luna – aggiunge lui: «Grazie a Dio!» –, suona batteria, percussioni e handpan. Adora fare il papà, godersi le giornate lente. Gli è piaciuto molto viaggiare, ma è ancor più grato ora per aver fatto pace con quel sé che nel viaggio inseguiva una via di fuga. Oggi si gode il Locarnese, dove vive con la sua famiglia. Resta aperto a quello che la vita gli porta, senza troppe resistenze ai cambiamenti. Non si pone limiti e alimenta il coraggio affinché le paure non trovino troppi luoghi dove germogliare.

La musica può essere un caleidoscopio di immagini, suoni, sapori, emozioni, in una parola sola energia che si muove e – quando siamo equalizzati sulle frequenze giuste – smuove. Questo generano le vibrazioni in musica di Erry & Kenzo che narrano anche di luoghi lontani che incontrano vita vissuta e profondità dell’anima.

E pensare che prima del loro incontro Kenzo si sentiva un po’ smarrito, ma, come diceva il filosofo Nietzsche, “bisogna perdersi per ritrovarsi”. «Ero completamente perso, di base vivevo a Zurigo all’epoca, ma ero via da Locarno da 10 anni tra una meta e l’altra, avevo voglia di scoprire il mondo nelle sue forme e nei suoi colori».

Kenzo cambia varie traiettorie, studia fotografia, ma poi passa alla musica. «Ho suonato in strada tanti anni, ma c’era qualcosa che non mi risuonava, la fuga stava lasciando posto ad altro». Il caso vuole che incontri Erry a un party al Monte Verità e, dal 2019, scocca la scintilla che accende il fuoco musicale e umano creato dal duo polistrumentista.

Affinità

Le relazioni, il contatto con le persone sono un elemento imprescindibile per Erry che in Kenzo ha trovato una persona con cui collaborare e risuonare. «L’affinità ti permette di trovare innesti energetici potenti con gli altri, e ti fa creare dal nulla una magia. È qualcosa che ti fa comprendere che c’è un miracolo costante a portata di mano anche quando la mente si insinua e cerca di boicottarti. Come diceva il poeta indiano Tagore “l’uomo si barrica contro sé stesso”». Erry dopo aver compreso che non c’entrava più nulla con il suo personaggio adrenalinico che agitava la chioma suonando rock spinto, accoglie il suo nuovo sé affinando l’attenzione sulle relazioni che pulsano e lo nutrono. «In quel momento ho incontrato Kenzo ed è stata una preziosa sorpresa».


© Erry & Kenzo

Ritmo

Per Platone il ritmo è la capacità dell’essere umano di sintonizzarsi con i movimenti del cosmo e partecipare alla forza del creatore dell’universo. A proposito di ritmi, come si vive dopo un lungo viaggio, rientrati a casa? «Ho scoperto di essere molto più libero e centrato avendo un ritmo più lineare qui in Ticino». Kenzo aggiunge di aver imparato nel tempo che la libertà è qualcosa che si coltiva da dentro.

«Ho molta più voglia ora di suonare, creare e fare musica. Questa onda continua a muoversi tra disciplina e dedizione. Sto sempre attento ad alimentare la fiducia dicendomi che le cose vanno come devono andare senza mai perdere di vista ciò che sento nel mio profondo. Non voglio essere definito da cosa faccio, ma da chi sono».

1 + 1 = 3

“Consiglio ai naviganti”: non servono mappe e bussole per ascoltare La Rosa dei Venti, quarto album di Erry & Kenzo uscito con l’arrivo della primavera quest’anno… basta sciogliere le vele e abbandonarsi al viaggio in musica.

La modalità live garba assai al duo locarnese: «Noi viviamo felicemente e grintosamente anche grazie allo scambio circolare con il pubblico». Erry aggiunge di essersi svestito dei panni di personaggio e quindi di poter essere in totale sintonia con sé stesso e di riflesso con gli spettatori. Kenzo trasforma la matematica in una visione creativa: «Uno più uno fa tre! Quindi dal suonare insieme si genera un risultato alle volte inaspettato. Un vortice di emozioni, sensazioni, una carica inimmaginabile tra donarsi e ricevere».

Quo vadis?

Viviamo in un’epoca in cui potrebbe sembrare arduo trovare bellezza, dove la speranza fatica a trovare dei pertugi e, soprattutto, dove le generazioni più giovani potrebbero smarrirsi più facilmente tra uno schermo che riflette i loro sguardi e tanta confusione umana. Kenzo è papà di Eva che ha quasi 2 anni, mentre Erry ha tre figli adolescenti. E qui nasce la domanda: quo vadis? «Io credo che siano fondamentali la presenza e la cura. Eva è molto piccola, ma penso che sia essenziale trasmettere ai propri figli l’autostima, l’umiltà e il vivere in assenza di giudizio». Erry aggiunge: «L’era pressante che stiamo vivendo tocca tutte e tutti indistintamente. Ai miei figli cerco di essere d’esempio piuttosto che predicare bene e razzolare male. Sono spesso allegro e scherzoso, provo a stemperare quando sento tensioni sterili che portano verso il basso. Cerco di ricordarmi e ricordare loro che la durezza e la rigidità non portano nuovi frutti». Erry ha imparato che gli ostacoli portano insegnamenti a chi li vuole cogliere e se pensiamo alle ragazze e ai ragazzi spesso di ostacoli sui loro cammini ne trovano a bizzeffe. «Non la vedo così pessimistica alla fine. Se leggiamo degli estratti del filosofo Cicerone di com’erano i giovani 2’000 fa, non diceva cose molto diverse da quelle che vediamo oggi».

Per saperne di più: www.errykenzo.com.