Il liberalismo è in crisi, l’ecologismo non se la passa bene. Che sintesi farà il Pvl? L’assemblea di oggi conferma il presidente e guarda al futuro
Alle Cantonali del 2023 arrivò un 1,5% abbastanza inatteso ma che ha portato due eletti in Gran Consiglio. Questa percentuale è stata confermata alle Federali svoltesi nell’autunno dello stesso anno, sommando lista principale e quella dei giovani. Ma ora i Verdi liberali vogliono «consolidarsi», con un obiettivo che è oltre il concetto di speranza ma qualcosa che sembra davvero nelle possibilità: «Raggiungere il 2%». Ad affermarlo a colloquio con ‘laRegione’ è il presidente del Pvl Stefano Dias, il giorno dell’assemblea del partito che, oggi, tra revisione del comitato e ingresso di nuove persone, vedrà andare avanti anche lo stesso Dias: «Mi sono preso l’impegno fino al 2027 e intendo rispettarlo».
Che bilancio trae di questi primi due anni alla presidenza?
È stato una sorta di apprendistato continuo per tutti, e anche per me. Anche perché entrare subito in parlamento, con Sara Beretta Piccoli e Massimo Mobiglia, ci ha subito confrontati con l’impegno che ne deriva: soprattutto non facendo parte delle commissioni principali, è più arduo rimanere al passo con gli altri partiti avendo pure risorse nettamente più limitate, sia a livello di persone, sia di manpower, sia economiche. Non è per niente evidente nemmeno essere visibili al grande pubblico, ma su questo cerchiamo di rimediare con posizioni convinte e ferme su molti temi. Diciamo che ho cercato di dare un’impostazione, una struttura al partito e con soddisfazione, sebbene il percorso davanti sia ancora lungo, posso dire che finora i risultati sono stati confortanti.
Quando parla di temi, ne dica uno su cui è contento di aver preso posizione e uno che considera una vostra bandiera per l’immediato futuro.
Guardandomi indietro penso soprattutto al pedaggio per il tunnel del San Gottardo, un’idea presa di concerto con il partito nazionale e che rivendichiamo. Se penso invece ai prossimi tempi, per noi sarà fondamentale che il Piano energetico e climatico cantonale vada avanti esattamente come ideato dal Dipartimento del territorio. Noi vogliamo che il Ticino diventi una specie di centrale solare della Svizzera, grazie alla sua posizione e alle sue competenze. Sentiamo qualche scricchiolio, per motivi opposti, da destra e sinistra: per noi invece il Pecc è un obiettivo di legislatura, speriamo di poter convincere appieno Plr, Lega e Centro. Più in generale, nei prossimi 12 mesi vogliamo diventare ancora più concreti. Non è nella nostra natura fare opposizione dura e pura, non è nemmeno il nostro ruolo in Gran Consiglio. È più nelle nostre corde essere propositivi, cercare un compromesso tenendo sempre fede ai nostri valori.
Uscendo dai temi, gli obiettivi? Parla del 2%, lo trova davvero realistico?
Sì. Per questo motivo inizieremo a breve degli incontri interni per preparare e affinare la strategia e la nostra campagna. Siamo anche stati recentemente a Berna a parlare con i vertici del Pvl nazionale per raccogliere più spunti possibile. Certo, i risultati si raggiungono anche con una base che si allarga e anche questo è uno dei nostri obiettivi. Finora, non lo abbiamo ancora fatto come avremmo voluto. Quindi occorrerà convertire la lista di persone vicine a noi e di contatti in membri sostenitori e cervelli dedicati alla nostra azione, per coinvolgere maggiormente chi ci è vicino.
Voi siete il Partito verde liberale. In questa fase storica sono in difficoltà entrambe le vostre qualifiche, sia l’ecologia sia il liberalismo. Come uscirne?
Ne siamo consapevoli e ne abbiamo parlato tanto, ma non sono così pessimista e anzi sono molto motivato. Perché il liberalismo sarà sì in difficoltà come dice, ma la libertà d’opinione, la necessità di vivere un’economia liberale, molte libertà in generale sono sotto attacco e c’è un gran bisogno di tornare a un po’ di calma, di ragione. Poi il liberalismo non è un concetto fisso, si evolve di continuo, e noi vorremmo lo facesse in un’ottica più sostenibile, verde ed ecologista. Abbiamo dalla nostra una flessibilità dovuta all’essere un partito relativamente nuovo rispetto agli altri, e proiettato più al futuro che al passato. La sostenibilità, in quest’ottica, deve essere a 360 gradi: non solo ambientale, ma anche economica e a livello di conti pubblici.
In questo progetto state considerando alleanze e intese con partiti a voi tra virgolette vicini? Penso in particolare al Plr.
No, noi vogliamo andare dritti per la nostra strada. Questo è il momento di crescere, e dalla nostra base sento che il sentimento è esattamente questo: portare avanti il nostro simbolo, pur sapendo che il centro politico, quindi noi, Plr e Centro dobbiamo rafforzarci. Purtroppo al momento non ci sono le condizioni di poterlo fare insieme, le prossime Cantonali probabilmente faranno delle vittime. Ma, ovviamente, speriamo di non essere noi.