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Ridurre le zone edificabili? La battaglia parte dal Centro di Lumino

Mozione contraria al ‘severo’ calcolo impostato da Dt e governo: ‘Non considera le specificità periferiche, ben diverse da quelle dei centri urbani’

9 luglio 2025
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‘Il Comune faccia pressione sul Cantone affinché modifichi il metodo di calcolo e adotti una più corretta lettura della situazione’. Il Centro di Lumino tramite una mozione si esprime in modo molto critico sul tema caldo in Ticino relativo alla contenibilità dei Piani regolatori, principio secondo cui si stabilisce se le zone edificabili e le riserve sono sovradimensionate rispetto alle previsioni demografiche, con l’indicazione della Confederazione secondo cui le eccedenze vanno rese inedificabili (dezonando i mappali o riducendo gli indici di sfruttamento), in base alla Legge sulla pianificazione del territorio. Ciò che rischia di scombussolare l’esistenza di non pochi proprietari fondiari.

‘Sovradimensionamento marcato’

Berna aveva invitato i Cantoni a eseguire verifiche approfondite e in Ticino emerge una situazione abbastanza estesa di sovradimensionamento. Tant’è che più Comuni hanno nel frattempo già introdotto delle Zone di pianificazione che di fatto sospendono ogni edificazione per alcuni anni in attesa di rivedere/ridimensionare i rispettivi Pr. A Lumino, scrive il Centro, “secondo le informazioni da noi raccolte presso la Cancelleria comunale, si configura un sovradimensionamento particolarmente marcato”. Di fronte al rischio di dover dezonare, viene pertanto criticato il metodo di analisi applicato dal Cantone, in quanto più severo di quello indicato dai servizi federali.

Il CdS: ‘Sistema basato su criteri oggettivi’

E infatti da oltre un anno giace in Gran Consiglio la mozione Padlina-Terraneo (Centro-Plr) che invita il parlamento a obbligare il Consiglio di Stato a modificare i parametri nella scheda R6 del Piano direttore cantonale. Governo dal canto suo affatto intenzionato a fare nemmeno mezzo passo indietro, stando al suo rapporto pubblicato in ottobre che invita il Legislativo cantonale a non cambiare nulla: “A torto la mozione pretende che il metodo cantonale si fonderebbe, in particolare riguardo al calcolo delle riserve che non considererebbe le diverse tipologie di Comuni, su grossolane approssimazioni e porterebbe a risultati manifestamente insostenibili. Al contrario, si basa su criteri oggettivi, riconosciuti dalla disciplina e tiene conto del fatto che i Comuni possano presentare caratteristiche diverse. Il metodo cantonale conduce a risultati correttamente indicativi della realtà territoriale. Per contro, è l’applicazione al singolo Comune dei parametri proposti dalla mozione attingendo al metodo federale – sviluppato per finalità completamente diverse, e cioè per ottenere un’indicazione approssimativa delle zone edificabili complessive di un Cantone – a portare a risultati completamente avulsi dalla realtà e conseguentemente insostenibili”.

‘Modello problematico’

Ma il Centro di Lumino non la pensa così e prende le difese della mozione parlamentare scrivendo che il calcolo voluto dal Dipartimento del territorio “si basa incomprensibilmente su parametri riferiti alla superficie utile lorda identici per tutti i Comuni. Anche noi autori della presente mozione a livello comunale giudichiamo questo modello problematico, perché non tiene conto delle oggettive differenze che esistono tra Comuni appartenenti a categorie diverse, “quindi ad esempio sia per la Città di Bellinzona sia per il Comune di Lumino che hanno situazioni decisamente diverse”. Questo mentre il modello federale “applicato sulla scala cantonale, disciplinato all’interno delle direttive tecniche sulle zone edificabili elaborate dalla Conferenza svizzera dei direttori delle pubbliche costruzioni, della pianificazione del territorio e dell’ambiente, unitamente al Dipartimento federale dell’ambiente, dell’energia e delle comunicazioni, prevede parametri diversi a seconda delle diverse tipologie di Comuni”. E in effetti “secondo la categorizzazione presente in queste direttive, la Città di Bellinzona risulta attribuita alla categoria 2 dei ‘Centri medi’, mentre il Comune di Lumino alla categoria 14 ‘Comuni periurbani di regioni non metropolitane’ con parametri di zona edificabile pro capite (in metri quadrati) diversi tra loro”.

‘Non si penalizzino i proprietari’

Ribadendo che il metodo cantonale “può facilmente generare risultati insostenibili specie in piccoli Comuni come Lumino ubicati a ridosso di un importante centro urbano, vista la netta prevalenza di abitazioni unifamiliari sebbene negli anni siano state edificate numerose palazzine”, il Centro invita da una parte il Cc a “esprime la propria contrarietà politica a qualsiasi misura che possa comportare una penalizzazione per i proprietari di terreni edificabili”. Dall’altra il Municipio “a valutare attentamente, nell’ambito delle procedure di verifica e di eventuale futura revisione del Piano regolatore, tutte le opzioni possibili per tutelare gli interessi legittimi dei proprietari fondiari, evitando interventi per loro dannosi”.

Nel concreto, oltre agli approfondimenti che sta già portando avanti invita l’Esecutivo locale a “verificare il dimensionamento del Pr utilizzando il modello federale che giustamente presenta una variegata possibilità di categorizzazione dei Comuni in base alle effettive realtà locali”. Non da ultimo, viste la complessità e la rilevanza politica della materia, il Centro spinge verso l’istituzione di una Commissione speciale che possa accompagnare e monitorare l’iter di trattazione di questa mozione e le successive fasi del processo.