In un'interrogazione Rusconi e Zanetti (Plr) chiedono come verranno utilizzati e distribuiti i contributi per queste strutture fino al 2029
Il tema della carenza di posti negli asili nido del Bellinzonese torna a far discutere la politica cantonale. Dopo l'interrogazione presentata al Consiglio di Stato settimana scorsa da Danilo Forini (per il gruppo Ps-Giso-Fa in Gran Consiglio), ora anche Patrick Rusconi e Tiziano Zanetti (Plr) presentano un atto parlamentare sul tema. “Sono state individuate aree con forte carenza di posti: Luganese e Bellinzonese per i bambini 0-3 anni, Locarnese per i bambini in età scolastica”, si legge nell’interrogazione. “Dei 145 nuovi posti previsti per il cantone, ben 53 saranno destinati al Bellinzonese, a conferma dell’urgenza in questa regione”. I granconsiglieri fanno presente che il Cantone ha congelato per i prossimi tre anni il finanziamento di nuovi asili nido. L’8 maggio 2025, il Consiglio di Stato ha presentato il rapporto “Famiglia e lavoro, gli sforzi del Cantone per la conciliabilità” (quadriennio 2025-2028), che contiene alcune novità: “Gli asili nido e micro-nidi sono passati da 55 a 74 unità negli ultimi anni. I centri extrascolastici sono aumentati da 26 a 39. Tra gli obiettivi per il 2025-2028 vi è la creazione di 145 nuovi posti in nidi e micro-nidi e di 300 nuovi posti nei centri extrascolastici”. Viene quindi indicato che per il periodo di pianificazione 2025-2029 è previsto un costo supplementare a carico del Cantone di 4,2 milioni di franchi, ripartito su cinque anni. A tal proposito Rusconi e Zanetti chiedono lumi al governo su come verranno concretamente utilizzati e distribuiti i 4,2 milioni di franchi previsti dal rapporto 2025-2029. “Sono destinati a un finanziamento strutturale dei futuri asili nido o a misure transitorie di sostegno? È corretto interpretare che il contributo medio previsto sia di circa 28'965 franchi per nuova unità/posto creato? Qual è la procedura di richiesta di questi contributi e secondo quali criteri vengono accolte o respinte le domande e chi può farne richiesta (solo i Comuni o anche i privati, o forme miste pubblico-privato)?”. Nell’interrogazione si chiede anche se sia previsto un meccanismo straordinario per sostenere realtà che non potranno beneficiare di fondi federali dopo il 2026 e quali strumenti di monitoraggio siano previsti per verificare che i nuovi posti rispondano effettivamente alle esigenze regionali e non vadano a coprire solo formalmente gli obiettivi numerici. E infine: “È intenzione del Consiglio di Stato avviare un dialogo con la Città di Bellinzona (e con altri Comuni) per definire un modello di governance e cofinanziamento stabile e duraturo?”.
La carenza di posti nel Bellinzonese è al centro di due mozioni (una depositata dall’Unità di sinistra nel 2023) con la quale si chiede di stanziare un credito per realizzare uno o più asili nido comunali a prezzi accessibili. Su questo tema la politica cittadina è divisa: la maggioranza della Commissione della gestione del Consiglio comunale e i mozionanti raccomandavano di accoglierla, mentre la minoranza di respingerla, visto che preferirebbe un approccio coordinato col Cantone e gli attori privati. Da parte sua il Municipio era possibilista, ma preoccupato per gli effetti sulle finanze. In ogni caso sarà il legislativo a decidere che via percorrere, anche per quanto riguarda un’altra mozione recentemente presentata dal gruppo Plr cittadino, con la quale si chiede in sostanza all’esecutivo di presentare un piano di sviluppo per permettere di accrescere l’offerta di posti d’asilo nido di circa 70-80 unità. La mozione dell’Unità di sinistra, pendente da due anni, dovrebbe essere discussa nella prossima seduta di Consiglio comunale, in agenda il 29 e 30 settembre.