Fresa bloccata nel tratto di roccia instabile, Quadri interroga il Consiglio federale sull’intoppo tecnico nello scavo
Che la maxifresa fosse bloccata da fine giugno e che lo scavo avanzasse con dinamite, con un ritardo nei lavori stimato in 6-8 mesi e costi aggiuntivi stimati in circa 20 milioni, era stato reso noto il 7 luglio a tutti i media elvetici. Informazione sfuggita probabilmente ai politici che ora, a due mesi di distanza, s'interrogano sull'accaduto grazie al servizio televisivo di Srf che mercoledì sera ha messo in luce un elemento nuovo e un'eventuale ulteriore dilatazione dei tempi e dei costi. L'elemento nuovo è che un foro di sondaggio eseguito nel 2016 e due perizie geologiche fatte nel 2018 e 2020 evidenziavano ancora meglio, rispetto al passato, la presenza di importanti porzioni di roccia instabile nel primo tratto sud di Airolo fino ad almeno 700 metri di lunghezza; la prima perizia raccomandava quindi un avanzamento con dinamite per evitare che la grande fresa si bloccasse, la seconda perizia indicava invece la possibilità di avanzare con fresa. La quale, come emerso, una volta avviata lo scorso febbraio si è bloccata una prima volta dopo 5 metri e una seconda a fine giugno dopo 192 metri, dove si trova tutt'oggi. Tutto ciò, secondo fonti di Srf, sfocerebbe in costi aggiuntivi molto importanti e in un ritardo di ben due anni.
Mentre sembra attesa per oggi una presa di posizione ufficiale dell'Ufficio federale delle strade (Ustra), responsabile dell'opera viaria, il consigliere nazionale Lorenzo Quadri (Lega) interroga subito il Consiglio federale chiedendogli come mai l'imprevisto geologico non è finora stato reso noto (ndr: lo è stato in parte); se è vero che due perizie ammonivano sulla possibile inadeguatezza del sistema di scavo scelto (sì secondo Srf, ma come detto una era possibilista); se la composizione geologica del Gottardo non dovrebbe essere ampiamente conosciuta visti i tunnel scavati in precedenza (in effetti è così, ma finora Ustra ha spiegato di aver ponderato la componente di rischio nota); come giudica l’ipotesi (se è realistica e quali sarebbero le conseguenze per il Ticino) di un ritardo di due anni nell’apertura del nuovo traforo; se i Cantoni coinvolti sono stati informati della situazione; con quali tempi e in quale misura il Canton Ticino verrà coinvolto nella problematica; se sono immaginabili indennizzi; per quale motivo la questione non è stata portata a conoscenza delle commissioni tematiche del parlamento federale; se il governo intenda presentare in modo trasparente la situazione alle Commissioni dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio degli Stati e del Nazionale; e se intenda appurare tutte le responsabilità nel caso di eventuali negligenze, prendendo anche i provvedimenti del caso.