Bellinzonese

Asili nido, 53 nuovi posti nel Bellinzonese entro il 2029

Il Cantone è convinto del fatto che nei prossimi anni si riuscirà a incrementare l'offerta per l’accudimento dei bambini in età prescolare

Fra le priorità per questo quadriennio
(Ti-Press)
13 ottobre 2025
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Come noto nel Bellinzonese non vi sono abbastanza posti negli asili nido. Una lacuna alla quale il Cantone intende tuttavia far fronte: rispondendo a un’interrogazione di Danilo Forini (gruppo Ps-Giso-Fa) sul tema, il Consiglio di Stato indica che “il numero dei progetti già autorizzati e di quelli in fase di valutazione, lasciano presupporre di poter raggiungere l’obiettivo” di mettere a disposizione 53 ulteriori posti dedicati ai bambini in età prescolare entro il 2029. Un obiettivo che è anche stato messo nero su bianco in uno specifico rapporto redatto dal Cantone che stabilisce, fra l'altro, quanti nuovi posti si intendono realizzare e sostenere finanziariamente nel quadriennio 2025-2028. Rapporto dello scorso aprile (e trasmesso al Gran Consiglio) nel quale sono indicate le priorità di intervento nell’ambito delle attività di sostegno alle famiglie (nidi d’infanzia, micro-nidi, centri extrascolastici e famiglie diurne).

Rette rateizzate e differenziate in base all'età, un caso unico

Nella sua interrogazione Forini chiedeva inoltre lumi su un caso specifico che ha fatto parecchio discutere negli ultimi mesi, ovvero quello dell’asilo nido Drago Mago dell’Associazione Polo Sud. Una struttura che aveva in pratica messo i posti disponibili ‘all’asta’: stando a quanto si poteva leggere sul relativo sito web, le famiglie che avrebbero pagato la rata più alta sarebbero state favorite nell’ottenimento del posto, rispetto a quelli che sborsavano di meno. Infatti le tariffe possono essere anche molto alte: per bambini dai 3 ai 5 mesi vengono richiesti fino a 4’000 franchi al mese. Tariffe che poi diminuiscono con l'avanzare dell'età. Da qui la possibilità di pagare a rate fino a quando il bambino compie 6 anni (in sostanza si continua a pagare anche quando frequenta la scuola dell'infanzia). Per questo caso specifico il Consiglio di Stato indica che dalle verifiche effettuate dall’Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani (Ufag), è emerso “come la prassi adottata dall’Associazione non fosse in linea con le tariffe applicate nel settore dei nidi in quanto introduceva una differenziazione in base all’età”. Inoltre – premettendo che il Cantone “non può impedire che alcuni privati decidano, in piena autonomia e senza richiedere il finanziamento cantonale, di realizzare dei posti praticando delle condizioni di pagamento più elevate rispetto alle strutture finanziate” – il governo sottolinea che “un sistema di rette rateizzate entrerebbe verosimilmente in conflitto con il criterio della sostenibilità previsto nell’ambito del rilascio dell’autorizzazione”. Cionostante, le tariffe del Drago Mago continuano a essere diverse a seconda dall'età del bambino, e continua a esserci la possibilità di pagare le rette a rate. L'unica indicazione che nel frattempo è sparita dal sito è quella relativa ai posti messi ‘all'asta’. Ricordiamo che quest’ultima è l'unica delle 117 strutture autorizzate presenti in Ticino a non ricevere alcun sussidio cantonale. E ciò “non è un caso”, afferma il Consiglio di Stato, precisando che da un lato “non ha competenza per determinare la retta delle strutture private”, ma dall’altro pure che “la modalità di computo delle rette rientra nell’esame dei criteri di autorizzazione”.

Ben venga una struttura comunale

Forini chiedeva inoltre se l'apertura di una struttura comunale pubblica (come richiesto da una mozione depositata nel 2023 dall’Unità di sinistra) possa migliorare l'offerta a Bellinzona. A questo proposito il Consiglio di Stato ritiene che “l’accresciuto sostegno comunale permette, di regola, una maggiore accessibilità delle famiglie, grazie, per esempio, a rette proporzionate al reddito”, come è il caso a Lugano, Locarno e Mendrisio. Di conseguenza l'impegno dei Comuni consentirebbe “di raggiungere più facilmente” la copertura del fabbisogno stimato o di “potenziare le forme di accoglienza rispetto al rapporto cantonale, che ha precisi limiti finanziari”. Ricordiamo infine che pure il Plr di Bellinzona ha recentemente presentato una mozione con la quale chiede all’esecutivo di presentare un piano di sviluppo per permettere di accrescere l’offerta di posti d’asilo nido di circa 70-80 unità.

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