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Dal dolore alla riparazione, è un ponte che ‘chiude una ferita’

A poco più di un anno dal crollo, a Cevio è iniziata la costruzione del nuovo ponte di Visletto, che dovrebbe aprire al traffico entro la fine del 2026

7 luglio 2025
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Dal dolore alla riparazione, dalla distruzione alla costruzione. È un evento tanto simbolico quanto concreto quello svoltosi stamattina a Cevio, dove hanno preso avvio i lavori per la costruzione del nuovo ponte di Visletto.

«È un momento tanto atteso, ricordo ancora lo shock di quella mattina, quando vidi il ponte crollato – le parole della sindaca Wanda Dadò relative alla notte tra il 29 e il 30 giugno 2024, quando oltre a distruggere il manufatto il violentissimo nubifragio sconvolse l’alta Vallemaggia, causando milioni di danni e otto vittime –. La distruzione del ponte è un trauma profondo, ci ritrovammo senz’acqua e senza comunicazioni, tagliati fuori dal resto del mondo, tutto mentre a nord l’alluvione faceva danni e vittime. Una ferita aperta che oggi si rimargina un po‘ grazie all’inizio dei lavori per il nuovo ponte, che rappresenta l'inizio di una nuova fase per l'intera valle».

8,5 milioni e l'urgenza (da mille franchi al giorno) di aprire entro fine 2026

Nuovo ponte che, come ha ricordato il consigliere di Stato e direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali, costerà circa 8,5 milioni di franchi (interamente a carico del Cantone) e dovrebbe essere pronto entro la fine del 2026 (si parla di apertura al traffico a novembre), sostituendo quello reso operativo dall’Esercito un mese dopo il crollo del manufatto originale (appena tre giorni in seguito al nubifragio invece la vicina passerella ciclopedonale, debitamente rinforzata, aveva permesso il transito dei veicoli leggeri). Una soluzione provvisoria e con diverse limitazioni, quali ad esempio velocità (dei mezzi) e portata ridotte, traffico a senso unico alternato e altezza minima rispetto al fiume Maggia, con rischio di chiusura in caso di piena. Per non parlare dei costi, circa mille franchi al giorno di “affitto” versati dal Cantone alla Confederazione. Anche per questo il Dt aveva deciso di accelerare al massimo, avviando un iter nella forma di “impresa totale” che ha permesso di ridurre drasticamente i normali tempi procedurali (normalmente ci sarebbero voluti circa 5 anni). La procedura di assegnazione dell’appalto si era svolta in tre fasi: la richiesta iniziale di offerta e la definizione dei team offerenti; l’allestimento di un progetto di massima; e, infine, quello di un progetto definitivo. Erano state invitate sette ditte ed erano pervenute quattro candidature attraverso consorzi, con la scelta finale ricaduta sul consorzio Vislè (Matteo Muttoni Costruzioni, Csc costruzioni, Mancini & Marti, con gli specialisti Lurati Muttoni Partner, Andreotti & Partners, Sciarini, Martino Pedrozzi e Officina del Paesaggio).

Zali: ‘Non c'era tempo per fronzoli, è un'opera concreta come le persone di questa valle’

«Bisognava agire bene ma in fretta per ricostruire quello che è da subito stato un simbolo della tragedia ma anche di rinascita – le parole di Zali –. La procedura di impresa totale ci ha permesso di scegliere tra le migliori ditte del territorio. Va detto che tutte avrebbero meritato di vincere ma il ponte è uno solo, in ogni caso ringrazio tutti per aver dimenticato per una volta rivalità e ricorsi per il bene di una regione».

La proposta vincitrice prevede un manufatto dalla lunghezza complessiva di 146,4 metri e una larghezza totale di 8, inclusi i cordoli. Sarà costituito da una trave continua a cinque campate con sezione mista, prevalentemente in acciaio, mentre le spalle, le pile (2 in alveo e 2 in golena) e la piattabanda saranno in calcestruzzo armato. Secondo i progettisti e per chi l'ha scelto, il ponte si distingue per la qualità dell’integrazione paesaggistica e l’impatto ambientale contenuto, grazie a un tracciato più fluido e a una struttura snella, in armonia con la passerella ciclopedonale esistente. Dal punto di vista idraulico e morfologico, risulterà a monte rispetto al vecchio tracciato, migliorando la sicurezza contro l’erosione e permettendo tra le altre cose di separare la stessa pista ciclabile dalla strada cantonale. La struttura garantirà inoltre il funzionamento in modo stabile delle condotte per l’evacuazione delle acque luride, l’approvvigionamento di acqua potabile, la fornitura di corrente elettrica e delle comunicazioni. Il progetto prevede anche la rimodellazione dell’alveo della Maggia fino alla confluenza con la Rovana e verso Bignasco, la riqualifica con un piccolo belvedere della spalla lato Visletto e una nuova accessibilità al fiume e alle aree naturali circostanti tramite nuovi sentieri e ciclopiste. In particolare dal lato di Cevio è prevista una zona “verde” concepita come spazio di fruizione collettiva e di valore paesaggistico, all'interno della quale potranno essere realizzati interventi di carattere commemorativo o simbolico.

E a chi si aspettava che simbolico – se non iconico, per sottolineare l’eccezionalità dell'evento – il nuovo ponte lo fosse già di suo (da alcuni è invece considerato un po’ troppo "semplice"), Zali risponde che «c'è sempre ciò che sarebbe bello fare e quello che invece occorre fare. Avremmo anche potuto aprire un concorso di architettura internazionale prolungando il tutto di qualche anno, ma non c'era tempo per fronzoli, questa è una valle di persone concrete che ha bisogno di risposte concrete». Insomma, un cerotto sulla ferita senza troppi bacetti.

Interventi in tre fasi, rimossi i ‘pennelli’ della discordia

Fabiano Martini, capo dell’Area operativa del Dt, ha dal canto suo parlato di «un momento significativo che concretizza il lavoro di mesi che ha coinvolto diversi attori, tutti con l’obiettivo di creare una struttura moderna e funzionale sotto tutti gli aspetti e con la piena consapevolezza, da subito, dell’importanza di questo manufatto per il territorio. L’auspicio è di continuare con questo spirito».

Martini ha poi spiegato che i lavori prevedono, nella fase iniziale, l’allestimento del cantiere e delle piste nel greto del fiume e successivamente la realizzazione di fondazioni profonde con pali trivellati, nonché la costruzione delle pile e delle spalle in cemento armato. A partire da febbraio 2026 si procederà con il successivo montaggio della struttura portante in acciaio, che verrà eseguito in fasi coordinate a partire dalla sponda lato Cevio. Dal mese di aprile gli interventi verranno completati con la costruzione della piattabanda in calcestruzzo e con le opere di finitura, tra cui impermeabilizzazioni, pavimentazioni e sistemazioni finali. I lavori si svolgeranno, di regola, dal lunedì al venerdì, tra le 7 e le 17.30 e non sono esclusi interventi notturni puntuali. La viabilità lungo la strada cantonale sarà sempre garantita; non sono tuttavia da escludersi, durante gli interventi lato Visletto, periodi con traffico regolato da semafori o gestito tramite agenti preposti al disciplinamento del traffico. Rimarrà regolarmente percorribile da pedoni e ciclisti la passerella ciclopedonale.

Quanto ai "pennelli" (opere in pietra sporgenti allontanano il vivo della corrente dalla sponda ove sono radicati) presenti a nord di ponte e passerella e da qualcuno indicati tra le cause del crollo, Martini precisa che «verranno rimossi nell'ambito della riqualifica dell'area golenale, in ogni caso le analisi effettuate hanno dimostrato che l'elemento determinante è stato la portata (deflusso) inaspettata e straordinaria dell'evento».