Prosegue il fortunato cammino della produzione tutta ticinese del regista locarnese Silvio Akai, incentrata sul tema del bullismo
«Parlarne, sempre, entrare in dialogo con i ragazzi. Anche tramite i social, come abbiamo già ampiamente iniziato a fare durante la lavorazione». Il regista locarnese Silvio Akai l’ha sempre detto: il suo pallino era dare continuità al suo progetto artistico confrontandosi direttamente con i giovani, in particolare, se possibile, direttamente nelle scuole. Di fatto, il grande sogno sembra prendere forma. Il suo “Lupi et Oves”, lungometraggio sul tema del bullismo, girato nel Locarnese, con una “crew” e artisti ticinesi, andrà proprio nelle scuole cantonali: dopo aver concordato con i referenti scolastici le modalità più adatte per presentare il film, è ora possibile entrare in contatto con gli istituti del medio superiore.
Il film era stato presentato in anteprima privata al Palacinema (sala 1, 500 posti) dove era stato celebrato da un lungo e sentito applauso: un riconoscimento agli attori (tutti locali, fra cui spiccano le due protagoniste Alessia Oliverio nel ruolo di Bianca – la ragazza bullizzata – ed Emily Pellitteri, in quello della bulla Luna) e al lavoro svolto da Silvio in produzione, alla regia, alla sceneggiatura (con il fratello Jonathan) e alla fotografia (con Enrico Smeraldi). Da segnalare certamente anche il resto della “crew”, con lo stesso Enrico Smeraldi (produzione video e audio, montaggio); Gionata Gobbin e Tihana Vukic (assistenti alla regia e produzione); Fabiana Laidelli (assistente di produzione); Marco Nevano e Joel Morales Insua (mix audio); Amos “Sisma” Zoldan (colonna sonora originale); Bianca Franzoni e Lia Plebani (backstage e casting); Dalia Akai Franzoni e Valentina Akai Poroli (scenografia e costumi); Iris Pellitteri (trucco e acconciature), l’ avv. Rocco Bergonzoli (consulenza legale); e Doriano Miozzari (grafica). Primo lungometraggio dopo il corto “Salmo 23” (2019) e il mediometraggio “Serpenti” (2020), “Lupi et Oves” parla dunque di bullismo, trasportando in luoghi conosciuti (gran parte degli interni erano stati girati al Collegio Papio) una tematica universale.
L’intenzione, ci aveva detto il regista, era quella di riproporre il film nelle sale nel corso dell’autunno – cosa che avverrà partendo proprio dal Palacinema, che lo metterà in programmazione dal 2 ottobre – e parallelamente sviluppare un percorso condiviso con i giovani, organizzando incontri e dibattiti nelle scuole medie superiori. Docenti e classi che lo vorranno, potranno dunque “prenotare” una proiezione sulla quale si potranno sviluppare degli approfondimenti sugli aspetti cinematografici, artistici e creativi. In più, sottolinea Akai, «siamo entrati in contatto con enti che si occupano di bullismo e cyberbullismo, come l’Associazione Ti rispetto di Lugano, o settori specifici come quello della psicologia infantile. L’obiettivo è infatti quello di condividere il più possibile». L’entrata nelle classi, aggiunge Akai, «è, in Ticino e in questa forma, una prima assoluta che ci rende particolarmente orgogliosi. Diciamo che “Lupi et Oves” fungerà da base di discussione affinché esperti e formatori possano approfondire la tematica specifica di cui parla il film; quanto a noi, in occasione degli incontri con i ragazzi metteremo l’accento in particolare sull’impegno artistico, su ciò che comporta una produzione di questo genere e su cosa significhi cimentarsi nel cinema in Ticino per chi, come noi, è grande appassionato ma non vive della settima arte». Trailer e rimandi agli echi social su www.lupietoves.ch.