La difesa non ci sta: la vicenda del 46enne che aggredì padre e madre a Losone approderà alla Corte d'appello e revisione penale
Lo scorso 20 agosto il giudice Curzio Guscetti aveva pronunciato la sentenza nei confronti del 46enne che il 10 novembre 2024 aveva aggredito i genitori nella loro villetta, situata in un quartiere residenziale di Losone. La pena: 6 anni da espiare e un trattamento ambulatoriale in carcere, come misura terapeutica.
La vicenda, tuttavia, non si può dire conclusa: approderà infatti alla Corte d'appello e revisione penale (Carp). L'avvocato difensore Stefano Stillitano ha deciso di depositare la richiesta d'Appello contro il verdetto che, lo ricordiamo, aveva addirittura superato la richiesta dell'accusa (5 anni di carcere per ripetuto tentato omicidio), sostenuta nel processo di prima istanza dalla procuratrice pubblica Chiara Buzzi. Lo stesso Stillitano, per contro, si era battuto per la scarcerazione del suo assistito, confermando le percosse, ma affermando che l'uomo non aveva mai voluto uccidere.
La mattina dei fatti il 46enne si era presentato ubriaco a casa dei genitori, chiedendo a suo padre le scuse per come si era comportato nei suoi confronti. Una situazione familiare conflittuale che si è protratta per decenni e che è sfociata in quella che il giudice, nel commentare la sentenza, aveva definito una tragedia. Anni di psicoterapia e di cure non erano riusciti ad aiutare l'imputato a superare il suo astio nei confronti del genitore; la madre, come è emerso durante il processo, era per contro stata distante e assente.
Un ambiente vissuto come tossico dal 46enne, che quella mattina, non avendo ottenuto le scuse richieste al padre, lo aveva aggredito con pugni. L'anziano era riuscito a fuggire e il figlio aveva trasferito la sua attenzione violenta sull'anziana donna, arrivando pure a impugnare un coltello da cucina per ferirla. Era stato fermato da un vicino di casa, intervenuto per sedare la violenta lite dopo aver avvisato la polizia.