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Per le Fart un passo ‘elettrizzante’ verso il futuro

Ha preso avvio a Riazzino il cantiere per il nuovo deposito e officina degli autobus, che dal 2027 permetterà l'introduzione dei veicoli elettrici

9 settembre 2025
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«Un momento simbolico ma anche molto concreto». È con queste parole che il presidente delle Ferrovie Autolinee Regionali Ticinesi (Fart) Paolo Caroni ha salutato quello che rappresenta un deciso passo verso il futuro per l'azienda che si occupa del trasporto pubblico del Locarnese: la posa della prima pietra della nuova officina e del nuovo deposito degli autobus, che sorgeranno a Riazzino (ma in territorio di Locarno) e che dal 2027 (imprevisti permettendo) permetteranno alle Fart di disporre di una struttura moderna, performante, sostenibile e soprattutto predisposta per la gestione e l’approvvigionamento di veicoli elettrici.

Urbino_18 e un percorso tortuoso (e costoso)

Queste le caratteristiche di Urbino_18, il progetto presentato dal gruppo interdisciplinare guidato dallo studio di architettura Canevascini&Corecco Sagl che nel 2021 si era aggiudicato il concorso internazionale, superando altre 27 proposte e che aveva convinto la giuria, tra le altre cose, per l'inserimento preciso nel contesto, l’organizzazione razionale degli spazi, la funzionalità e la coerenza tra le scelte architettoniche. La nuova struttura, che sostituirà l’attuale sede provvisoria sempre a Riazzino aggiungendosi alle rimesse di Via Galli e di Via Franzoni a Locarno, sorgerà su una superficie complessiva di circa 4mila metri quadrati (più uno stabile di servizio di 500). Il deposito potrà ospitare una ventina di bus articolati e includerà anche sale e uffici dedicati al personale viaggiante e aule formative, mentre l’officina sarà dedicata alla manutenzione dei veicoli e comprenderà un magazzino e gli uffici per il personale tecnico.

«Quando nel 2017 abbiamo avviato un’analisi a 360 gradi sull’azienda – ha proseguito Caroni –, abbiamo tracciato un percorso di modernizzazione che sta prendendo forma attraverso vari progetti: in ambito ferroviario i nuovi convogli Stadler (da poco in servizio), l'adeguamento delle stazioni (in particolare alla legge disabili) e il rinnovo della linea (della Centovallina), mentre per quel che riguarda le autolinee dopo il rinnovo della flotta (tra il 2018 e il 2020), il potenziamento dell'offerta (2021) e l'avvio degli approfondimenti verso l'elettrificazione dei mezzi, oggi ecco un altro tassello fondamentale lungo il percorso di rinnovamento».

Una strada che si è rivelata piuttosto tortuosa, anche dal punto di vista economico visto che dall'investimento iniziale stimato in 20 milioni di franchi si è passati a 26... «Non è stato un iter semplice, tra alternative valutate (a Locarno, Avegno e Ascona, ndr), ricorsi e un contesto finanziario difficile che ha richiesto un grande impegno per cercare di contenere, per quanto possibile, i costi. A maggior ragione oggi siamo felici di celebrare l’avvio dei lavori di un’infrastruttura che risponde a esigenze logistiche e strategiche e che guarda al futuro del trasporto pubblico».

La svolta green e le nuove opportunità in ambito formativo

Un futuro inevitabilmente (e giustamente) "green", con i primi cinque autobus elettrici che entreranno in funzione proprio assieme al nuovo deposito (dotato di pannelli fotovoltaici che permetteranno la ricarica dei mezzi), inizialmente sulla linea 1 (da Losone a Gordola via Ascona, Locarno e Tenero) mentre in seguito l'elettrificazione coinvolgerà anche le altre tratte, prima su scala urbana e poi regionale. «L’attuale officina di Locarno, nata negli anni Sessanta per una ventina di veicoli, non è più adeguata a una flotta che oggi supera i sessanta autobus, molti dei quali articolati – ha spiegato Erik Fregni, capo del Dipartimento tecnico Fart –. Il nuovo impianto offrirà quattro corsie di lavoro, una dedicata ai collaudi e spazi moderni per il personale. Sarà inoltre il cuore della futura elettrificazione, con sei postazioni di ricarica già predisposte e una corsia progettata per la manutenzione dei bus elettrici. Tutto ciò avrà un impatto anche sulla produzione e permetterà tra le altre cose di assumere più personale e offrire nuove opportunità in ambito formativo».

Paolo Canevascini, portavoce del team di progettazione Canevascini&Corecco e Delorenzi La Rocca architetti (co-autori del progetto), ha dal canto suo messo in evidenza le scelte architettoniche... «Ci siamo confrontati con un tema inusuale, collocare un grande edificio tecnico in un’area periferica e complessa, trovando un equilibrio tra esigenze funzionali e vocazione pubblica. Il progetto si caratterizza per un gesto unitario e primordiale: un tetto che copre due funzioni principali, officina e deposito, e che si integra armoniosamente con il contesto. L’edificio sarà certificato Minergie, con impianti tecnici efficienti e un’ampia superficie fotovoltaica, a conferma della sua impronta sostenibile».

Da notare infine l'assenza dell'ultimo minuto del consigliere di Stato Claudio Zali. Il direttore del Dipartimento del territorio si è presentato sul posto con largo anticipo ma non è rimasto per la cerimonia (discorsi compresi), ufficialmente a causa di un imprevisto.

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