Luganese

Il torneo di calcio antirazzista del Molino cambia campo

A quattro anni dallo sgombero e dalle ruspe, torna l'appuntamento aggregativo che proclama un altro modo di vivere la socialità e di immaginare il mondo

A volte basta un pallone
27 maggio 2025
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“Tiriamo un calcio alle vostre macerie... è ancora primavera!”: è il motto del torneo antirazzista organizzato dal Molino giovedì 29 maggio alle 10 al campo della Gerra. Lo ha reso noto, in un articolato comunicato ricco di riferimenti agli ultimi fatti di cronaca, alle guerre e a quello sgombero con intervento delle ruspe che rimane ancora difficile da digerire dopo quattro anni, il Cs(o)a. Nella nota si spiega il cambio di campo, perché “purtroppo quello di Cassarate è impraticabile per lavori, a causa proprio di quella miopia e incapacità socio-aggregativa di chi chiude un campetto di quartiere in vista delle vacanze scolastiche”.

Quattro anni e otto occupazioni temporanee...

L’invito è quello di continuare a prendere a calci quelle macerie, per non far finta che non esistano. Sì, perché gli organizzatori del torneo si dichiarano sconcertati dalla miopia e dalla memoria corta “delle persone, politicanti istituzionali e non, che vanno avanti passando sopra a quelle macerie, che non si voltano indietro mai, che tentano di distrarre mettendo in piedi teatrini sulla ricerca di spazi che diventano parodia di loro stessi, smarrendosi nella ricerca delle definizioni che possiamo o non dobbiamo darci, nella distinzione di ciò che è lecito o non lo è, e tutto finisce in una nuvola di fumo svuotando di significato ogni cosa”. Organizzatori, continua la nota, che non smettono di indignarsi di fronte all’inquietante “facilità con cui si criminalizza qualsiasi forma di dissenso, giustificando il dilagare della repressione come unica risposta possibile, per poi ridurlo a un problema di violenza e disordine pubblico che altro non sarebbe che l’espressione del ‘disagio giovanile’ di cui si dovrebbe sempre occupare qualcun altro. Quattro anni e otto occupazioni temporanee dopo la demolizione dello storico spazio di libera espressione di cui tanto avevamo, ma – a quanto pare –, oggi più che mai, abbiamo tanta necessità, le realtà che mantengono vive queste pratiche – e che evidentemente non sono sepolte sotto quelle macerie – tornano a essere presenti con il torneo di calcio antirazzista (saranno almeno 15 le squadre partecipanti)”.

‘Arrangiarsi altrimenti è ancora possibile’

Tirare calci a un pallone, per condividere un gioco popolare, diventa così un “momento importante di aggregazione e di partecipazione diretta di collettività esistenti diverse, così come di coesione e proclamazione di un altro modo di vivere la socialità e di immaginare il mondo. Ci sono metodi che prendono forma al di là di un edificio che li contenga e idee che non possono essere cancellate o demolite insieme a uno stabile. Proprio per sottolineare che fare le cose in un'altra maniera è possibile. Che non è necessario ingabbiarsi in permessi, richieste e falsi confronti che a niente portano se non a ennesime promesse e ulteriori controlli, come visto alla recente festa al Parco del Tassino. E finalmente ci si indigna per le tante e troppe telecamere e l’occhio spione di polizia, ma in fondo per il Municipio più a destra in Svizzera, questa è la prassi”. Insomma, il torneo rappresenta una maniera per “far riemergere che arrangiarsi altrimenti è ancora possibile, che sta a noi riprendere in mano un certo discorso. Che gli spazi ci sono e le possibilità di riprenderseli è sempre lì, senza assoggettarsi o aspettare che un'entità superiore li conceda”.

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