Una banda, lo scorso autunno, ha truffato di quasi 75mila franchi la casa da gioco luganese. I due uomini processati saranno espulsi dalla Svizzera
Uscire dal Casinò con 74’125 franchi è senz’altro un bel bottino, se vinto onestamente. Ma non è stato il caso dei due uomini di 38 e 43 anni che oggi si sono presentati di fronte alle Assise correzionali. I due avevano sì sbancato alla roulette, ma alterando la traiettoria della pallina. Un gesto che è costato ai due georgiani una condanna a 18 mesi di carcere con la condizionale, sospesi per due anni, e 5 anni di espulsione dalla Svizzera per truffa e danneggiamento. La pena è stata pronunciata dal giudice Amos Pagnamenta nel corso di un procedimento celebrato con rito abbreviato.
I due condannati, insieme ad altri tre complici – due attualmente a piede libero e un altro detenuto in Francia –, nel novembre 2024 avevano effettuato dei sopralluoghi al Casinò di Lugano. Qualche settimana più tardi sono partiti dalla Francia per raggiungere la struttura e iniziare a giocare alla roulette elettronica. Due dei complici si sono posizionati al primo piano, dove si trova il tavolo da gioco meccanizzato, e hanno forato “con discrezione” il plexiglas posto sopra la roulette per fermare la pallina – con l’ausilio di un filo di ferro inserito nella fessura – quando questa si trovava nel settore sul quale avevano puntato. Nel frattempo, i due condannati erano seduti alle slot machine collegate alla roulette e piazzavano puntate variabili tra i 9 e i 6’813 franchi. Poco prima della chiusura del Casinò, il 38enne, il 43enne e uno dei complici hanno incassato le vincite, portandosi a casa circa 25mila franchi a testa, per poi fuggire verso nord in auto. In aula, i due hanno giustificato la truffa con le difficili condizioni finanziarie personali e hanno chiesto scusa per il loro gesto. Il giudice Pagnamenta, dopo alcune perplessità – il primo «inizialmente negava i fatti», mentre il secondo «bofonchiava e rideva durante tutto il procedimento» – ha comunque accolto la proposta di pena avanzata dalle parti: il sostituto procuratore generale Moreno Capella e gli avvocati Raffaele Caronna e Matteo Poretti.