Riunito lo Stato maggiore degli enti di primo intervento, si è deciso di tenere sbarrata la strada. Transiteranno solo i mezzi di emergenza
La giornata è iniziata con una riunione per lo Stato maggiore degli enti di primo intervento (Smepi) che dalla settimana scorsa segue da vicino gli sviluppi della situazione in zona Al Sasso, fra Riva San Vitale e Brusino Arsizio. Ovvero lì dove un fronte franoso minaccia da giorni la strada cantonale che avvicina i due paesi affacciati sul Ceresio, tanto da dover interrompere ogni collegamento attraverso la via più diretta. Una sorta di isolamento, quello in cui stanno vivendo Brusino e la sua comunità, che dovrà durare un'altra settimana. Gli unici mezzi che da oggi, lunedì, potranno transitare saranno quelli di emergenza. Questo è quanto è stato deciso al tavolo attorno al quale siedono, con la Polizia cantonale che lo coordina, i tecnici del Dipartimento del territorio (Dt), i collaboratori del Centro soccorso cantonale pompieri Mendrisiotto, dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (Udsc), della Polizia comunale di Mendrisio, del Centro di Cooperazione di Polizia (Ccpd) e della Protezione civile, e i soccorritori del 144.
Ragioni di sicurezza hanno, dunque, imposto alle autorità di continuare a tenere chiusa la cantonale al traffico veicolare. Chi sta lavorando sulla frana procede, infatti, a piccoli passi. Da venerdì ci si affida al lavoro del ‘ragno meccanico’ che si è arrampicato sul pendio, sino al ‘cuore‘ dello smottamento: in bilico vi sono fino a 3mila metri cubi di materiale. La sua missione? Riuscire a smuovere i detriti e farli scivolare verso il basso. Nel frattempo, nel corso della giornata, come ci conferma Giovanni Simona, a capo dell'Ufficio dei servizi di manutenzione stradale del Dipartimento del territorio, «verrà posata una rete provvisoria di protezione e stiamo valutando anche una terza possibilità. Ovvero far intervenire un mezzo più piccolo. In questo modo potremo avvicinarci più facilmente alla zona della frana: l’attuale escavatore fa un po’ fatica, infatti, a procedere vista l'instabilità della zona e i rischi elevati per coloro che stanno lavorando sul terreno».
A questo punto non rimane che armarsi ancora di una buona dose di pazienza. Fare delle previsioni, ci fa capire Simona, «è un po’ prematuro. La speranza di tutti è di riuscire a risolvere il problema entro questa settimana». Confidando anche nella benevolenza delle condizioni meteorologiche: se dovesse piovere operare diverrebbe difficoltoso.
La scelta è presa: si procede con gli escavatori. Sulla carta l'extrema ratio sarebbe quella di far brillare la frana. «Una eventualità – chiarisce subito Simona – che in questo caso è stata esclusa fin dall'inizio. In questa situazione ci sta accompagnando anche un consulente esterno, un geologo, specialista nel campo, che ha appunto scartato a priori un intervento di quel tipo proprio per la conformazione del terreno. L'esplosivo funziona se la roccia è solida. Che non è il caso, la situazione in quell'area è delicata. Non avremmo l'effetto sperato, anzi».
Visto le tempistiche, nel corso della giornata si prenderà pure contatto con il Comune di Brusino per fare il punto sulle sue necessità quotidiane. In effetti, il negozio di paese va rifornito di generi alimentari, ma servono altresì medicinali, come vi è l'esigenza di riempire di carburante i depositi dei distributori a ridosso del confine. Mentre la Posta, come richiesto, ha ricevuto il nullaosta da Berna per poter transitare dall'Italia e riuscire così a recapitare la corrispondenza agli abitanti del Borgo lacustre. Una strada, quella transfrontaliera, che verrà utilizzata anche per assolvere agli altri bisogni. Si è invece optato, già da venerdì, per il trasporto via lago di pendolari e studenti, grazie alle corse supplementari organizzate grazie alla collaborazione della Società di navigazione del lago di Lugano.