I consiglieri Vitta e Zali a confronto con il numero uno delle Ferrovie Ducrot e il responsabile di Cargo Muhm. ‘Toccati i tre punti principali’
Questa volta al tavolo della discussione c'era anche lui, Vincent Ducrot. A dialogare con la delegazione del governo – i consiglieri di Stato Christian Vitta e Claudio Zali – questo pomeriggio, giovedì, vi era pure l’amministratore delegato (Ceo) delle Ferrovie federali svizzere, al suo fianco Alexander Muhm, l’uomo del traffico merci delle Ffs, e la direttrice della Regione sud Roberta Cattaneo. Un incontro definito interlocutorio e che prelude, però, a un nuovo momento di confronto, previsto dopo l'estate. È parso subito chiaro anche al Consiglio di Stato (CdS) – come in precedenza già alla deputazione ticinese alle Camere federali e al fronte sindacale – che in tema di traffico combinato la strategia non viene messa in discussione e la rotta è tracciata, davanti agli occhi i bilanci deficitari e il mandato federale (rientrare nelle cifre nere). Non di meno i responsabili del Dipartimento finanze ed economia (Dfe) e del Dipartimento del territorio (Dt) hanno delineato alcuni punti fermi, e in cima alla lista si è messa la necessità di mantenere la forza lavoro in Ticino.
Sin qui le Ffs hanno dichiarato e ribadito – anche martedì davanti alle forze sindacali, ovvero Sev, Vslf e transfair – che in Ticino non licenzieranno, nonostante si preveda di ridimensionare il settore merci, rinunciando a 40 posti di lavoro. Ma ai rappresentanti del CdS questo non basta. Tanto che Vitta che Zali hanno avanzato una «richiesta ferma». Nel corso della riunione, ci conferma il direttore del Dfe, sono stati toccati tre punti, a cominciare proprio da quello ritenuto più rilevante, l'ambito occupazionale.
«Per noi – sottolinea Christian Vitta a ‘laRegione’ – è importante ribadire che, al di là del fatto che non vi saranno dei licenziamenti (bene), c’è anche l'aspetto di garantire questi posti di lavoro in Ticino. Possiamo essere confrontati con persone che, nel frattempo, hanno creato una famiglia, costruito una casa, quindi, ribadisco, è importante che queste persone e tutti i collaboratori possano ritrovare il loro posto di lavoro nel nostro cantone. Si tratta di una forza lavoro che è cresciuta e si è sviluppata in Ticino e vogliamo che continui a sviluppare la propria attività nel nostro cantone». L'impegno a non effettuare dei tagli, insomma, è preso: «Ci hanno detto – rimarca Vitta – che dopo l'estate ci potranno aggiornare su come evolve il tema del reinserimento di queste persone nell'ambito ferroviario. Da parte nostra abbiamo insistito molto sul fatto che possano rimanere nel perimetro del nostro cantone. Mantenendo qui, come detto, la forza lavoro».
La seconda tematica, non trascurabile, è quella relativa ai terminal di Cadenazzo e Lugano-Vedeggio. «Su Cadenazzo – ci fa sapere il capo del Dfe – c’è stata data conferma che ci può essere un interesse da parte di terzi. E per noi sarebbe importante che l'attività di questa infrastruttura rimanga presente. È una realtà esistente e il fatto che resti operativa significa pure garantire dei posti di lavoro. Per quanto riguarda Lugano-Vedeggio, più piccolo, mi sembra che l'interesse sia meno marcato da parte di terzi».
L'ultimo argomento, per così dire, all'ordine del giorno, annota Vitta, era la mobilità, soprattutto nel Mendrisiotto. «Evidentemente la preoccupazione è che questa strategia possa tradursi in più traffico nella regione. E qui, devo dire, sia sul tema dei terminal che della mobilità degli aggiornamenti ce li daranno dopo l'estate – richiama il consigliere –. In ogni caso abbiamo fissato di incontrarci di nuovo, appunto, al termine della stagione estiva, una volta che vi saranno ulteriori informazioni. Innanzitutto per quanto riguarda i collaboratori, come detto per noi un aspetto molto importante, poi sugli altri due temi, altrettanto significativi come la gestione dei terminal, in particolare Cadenazzo, e la mobilità».
A proposito di Cadenazzo e dell'interesse di terzi (come viene definito da Ffs), questa eventualità, che non piace ai sindacati, come è vista a livello cantonale? «Per noi sarà importante che siano dei partner seri, in tutti sensi». Ancora una volta a essere rivelatore e, si confida, pure vincolante, sarà l'autunno.
C’è anche la voce di Brusino Arsizio tra quelle che si sono levate di recente dal Mendrisiotto e Basso Ceresio all’indirizzo del consigliere federale Albert Rösti, a capo del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni. L'autorità comunale sulle rive del Ceresio è venuta a conoscenza "con sgomento e scetticismo" della trasformazione in atto lungo la strada ferrata. Sin qui a esprimere la loro preoccupazione erano stati i Municipi di Chiasso, Balerna, Coldrerio, Morbio Inferiore, Stabio, Val Mara, Mendrisio e, nel Sopraceneri, di Biasca, oltre al gruppo politico dell’AlternativA di Mendrisio.
Brusino, si annota nella missiva spedita a Berna, non si trova sull'asse nord-sud. Cosa lo ha spinto a mobilitarsi? "Parafrasando il poeta inglese John Donne – si legge – potremmo dire che ‘nessun Comune è un'isola’ e, sebbene posizionato in zona periurbana relativamente discosta, anche il Comue di Brusino Arsizio – e la sua pur risicata popolazione – subiranno le conseguenze nefaste di questa scellerata decisione". All'orizzonte un aumento del traffico di mezzi pesanti in un cantone già attraversato ogni giorno da colonne di auto – 65mila i veicoli che varcano i valichi, quasi 3mila solo dalla dogana di Brusino – e la soppressione di 40 posti di lavoro. Decisione "inaccettabile" e, si ribadisce, "un vero e proprio schiaffo a una regione di frontiera il cui mercato del lavoro, più che in qualsiasi altra parte della Svizzera, si distingue per i salari mediani più bassi a livello nazionale e soffre da anni a causa del dumping salariale". Motivi più che sufficienti per unirsi alla richiesta degli altri Esecutivi: "Correggere al più presto la rotta" e "prestare maggiore attenzione al disagio causato dalle vie di transito internazionali alla popolazione del Mendrisiotto e Basso Ceresio".