Ticino

Commercio al dettaglio, il contesto è fragile e incerto

Stando alle rilevazioni dell’Ufficio di statistica nel primo semestre 2025 il settore ‘ha registrato valutazioni generalmente negative’

Prossimi mesi fondamentali per capire l’andamento
(Ti-Press)
8 luglio 2025
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È fragile e incerto il contesto del commercio al dettaglio in Ticino. Come emerge dall’indagine congiunturale dell’Ustat, l’Ufficio di statistica del Canton Ticino, nel primo semestre 2025 il settore “ha registrato valutazioni generalmente negative, con un parziale miglioramento osservato a maggio, ma già smentito a giugno”. Stando all’Ustat, lo scenario appare però “più incoraggiante se si osservano le prospettive per il semestre successivo, sia in Ticino sia in Svizzera”. Nell’ultima indagine trimestrale pubblicata lo scorso aprile, ricorda l’Ufficio di statistica, due commercianti ticinesi su dieci si attendevano un miglioramento nei sei mesi successivi, mentre meno di uno su dieci prevedeva un peggioramento”. E quindi spiega: “Questo ottimismo si riflette in parte nei risultati relativi al mese di maggio”, anche se – come detto – già a giugno i dati sembrano smentirlo. I prossimi mesi saranno dunque fondamentali per capire se l’ottimismo verso i mesi estivi verrà confermato.

Affluenza dei clienti altalenante

Il quadro è particolarmente incerto anche per quanto concerne l’affluenza dei clienti nel settore del commercio, “giudicata particolarmente negativa alla fine del primo trimestre dell’anno, con quattro imprenditori su dieci che segnalavano un calo”. Nei mesi successivi, tuttavia, “il saldo negativo si è progressivamente attenuato, risultando neutro al termine del secondo trimestre”. Questo miglioramento dell’affluenza, si legge, “si riflette anche nei volumi di vendita: sebbene nel primo trimestre prevalgono giudizi di diminuzione, il secondo trimestre mostra segnali di ripresa”. In particolare nel mese di maggio, dove il saldo è talmente positivo che non si osservava da oltre un anno e mezzo. Ciononostante, mette in guardia l’istituto di statistica, “l’indice di fiducia dei consumatori della Segreteria di Stato dell’economia (Seco), resta negativo delineando un clima incerto per il comparto”. La situazione è simile per i piccoli negozi, mentre tra i negozi medio-grandi i risultati sono decisamente più favorevoli. “Per questi ultimi – rileva il documento – il saldo sull’affluenza risulta stabilmente positivo da diversi mesi con un picco a giugno, quando poco meno della metà degli imprenditori ha dichiarato un aumento dei clienti”. Anche per quanto riguarda i volumi di vendita, il 2025 sta mostrando un’evoluzione positiva, dato che, dopo un lieve calo all’inizio del secondo trimestre, il saldo di giugno torna nuovamente positivo.

Previsioni dei prezzi di vendita contrastanti

Contrastanti nel primo semestre dell’anno anche gli andamenti delle previsioni sui prezzi di vendita. “A gennaio – illustra il notiziario statistico – prevaleva l’intenzione di aumentare i listini, mentre ad aprile la maggioranza dei negozianti prevedeva una diminuzione dei prezzi”. Negli ultimi mesi le attese si sono stabilizzate, orientandosi verso la neutralità. I piccoli esercizi restano sostanzialmente allineati con l’andamento complessivo cantonale, mentre nei negozi medio-grandi una quota maggiore di imprenditori si attende ancora un calo dei prezzi. “Tale orientamento – ipotizza l’Ustat – potrebbe essere riconducibile a una giacenza di prodotti in magazzino ritenuta eccessiva da una maggioranza relativa di esercenti di media e grande dimensione”.

Occupazione invariata

Per quanto concerne l’occupazione, il relativo indicatore non mostra variazioni significative. Nel secondo trimestre 2025 si osserva comunque una timida tendenza all’aumento dei livelli occupazionali attuali, visibile anche tra i piccoli esercenti, che mostrano così un’inversione rispetto al passato. Al contrario, tra i commercianti medio-grandi i giudizi, in precedenza più ottimistici, si sono progressivamente attenuati, stabilizzandosi nelle rilevazioni più recenti. Guardando al futuro gli esercenti sono generalmente pessimisti. Nello specifico, puntualizza l’Ustat, “tra i piccoli esercenti, una maggioranza relativa ha dichiarato nelle indagini trimestrali di gennaio e aprile l’intenzione di ridurre il personale nei tre mesi successivi”. Non solo. “Un clima di crescente incertezza si registra anche tra i negozi medio-grandi, dove le aspettative di crescita occupazionale espresse nel 2024 si sono gradualmente affievolite, fino a toccare un saldo negativo nell’indagine di aprile”. Previsioni che “trovano riscontro nei dati della statistica dell’impiego, che indicano una contrazione del numero di impieghi nel commercio al dettaglio durante il primo trimestre 2025”.