Dopo l'interrogazione con cui l'Mps aveva esposto dubbi e critiche, la reazione finisce al Ministero pubblico: ‘Leso il nostro onore’
Il caso Hospita Suisse si arricchisce di un nuovo capitolo, che finisce dritto sui tavoli del Ministero pubblico. La deputata Cristina Maderni, l'ex deputata Sabrina Aldi e la società Swiss anesthesia solutions hanno querelato i deputati del Movimento per il socialismo Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi come conseguenza della loro interrogazione intitolata “Sabrina Aldi, Cristina Maderni, Alvaro Camponovo, Eolo Alberti, Claudio Camponovo, Norman Gobbi, Claudio Zali: tanti soldi, sponsorizzazioni, politica e magistratura”, denunciando quella che per loro sarebbe una zona d'ombra.
Cosa ha spinto Maderni e Aldi a sporgere questa querela? La risposta arriva secca dal loro patrocinatore, l'avvocato Nicola Fornara, che spiega a ‘laRegione’ come il motivo sia «molto semplice», nel senso che «nell'interrogazione e in seguito a mezzo stampa sono state formulate gravi accuse nei confronti delle querelanti, come quella di aver commesso reati penali. Come già ebbi modo di dire al momento della presentazione dell'interrogazione parlamentare, di quelle quasi 70 domande il Consiglio di Stato può rispondere a una minima, davvero minima parte – insiste Fornara –. Tutte le altre, la maggior parte, sono state poste per ledere le persone coinvolte e gettare accuse nei loro confronti. Dopo aver riflettuto, ecco la decisione di sporgere querela». Una querela, riprende l'avvocato, inoltrata «per tutelare l'onore» delle persone coinvolte, «non c’è alcuna intenzione di intimidire dei deputati che fanno il loro lavoro, ma come io faccio il mio e il Ministero pubblico farà il suo nel valutare la nostra querela». Per Fornara «le mie clienti sono state accusate, addirittura nel titolo dell'interrogazione, di aver intrallazzato, fatto combine, avviato scambi di favori... Lo scopo di questo atto parlamentare, ribadisco, non era ottenere risposte. Possono avere il diritto di chiedere quello che vogliono al governo i deputati, ma non tutto senza il rischio di essere querelati quando una linea viene superata. E per noi è stata superata».
Pronzini e Sergi, in quanto deputati, godono però dell'immunità parlamentare... «L'immunità non copre tutto – risponde Fornara –, a mio avviso ad esempio la calunnia non è coperta. Poi, il Gran Consiglio può decidere di revocare questa immunità. E, infine, magari l'interrogazione è coperta dall'immunità parlamentare: ma la conferenza stampa, un evento pubblico, e le loro dichiarazioni in varie trasmissioni o altri eventi pubblici no».
Fermi e coriacei sulla linea del Don sono i due deputati dell'Mps, che con una nota diffusa alla stampa parlano né più né meno di “una classe politica senza vergogna”. Per Pronzini e Sergi “come era prevedibile, si cerca di usare l’arma giudiziaria per tappare la bocca a noi e a chiunque voglia denunciare intrecci e conflitti di interesse. Una sorta di guerra preventiva”. Ne hanno soprattutto per Cristina Maderni che, secondo loro, “con questo atteggiamento incarna alla perfezione l’arroganza di una classe politica che continua a muoversi secondo il motto: ‘Voglio, posso, comando’”. Nella loro replica tirano anche dentro fatti che esulano dal caso Hospita, però: “Sono gli stessi – con in testa i potentati Plr – che hanno tentato di zittire noi e ogni forma di opposizione in parlamento attraverso l’infelice proposta di introdurre una soglia di sbarramento per l’entrata in parlamento – scrivono testualmente Pronzini e Sergi –. E che ora provano a ottenere lo stesso risultato con la pressione giudiziaria: far tacere chi disturba i loro interessi”. I quali rivendicano che nell’interrogazione “abbiamo citato esclusivamente documenti pubblici, decisioni note, materiali la cui divulgazione riteniamo fondamentale per garantire trasparenza politica. Abbiamo agito come parlamentari convinti che i cittadini e le cittadine di questo cantone abbiano il diritto di essere informati in modo chiaro su ciò che accade dietro le quinte di un potere politico in crisi di rappresentatività, che non sa più fare altro se non ricorrere all’arroganza, alla minaccia e all’intimidazione”. Tesi, quelle di Pronzini e Sergi, in parte riscontrabili in una recente nota indirizzata alla Commissione della gestione dai servizi del Gran Consiglio, per i quali “le vicende sollevate dall’interrogazione n.115.25 pongono interrogativi rilevanti in merito alla trasparenza dell’azione pubblica e alla necessaria separazione tra politica, interessi economici e giustizia”.
A «prendere atto» della querela è il presidente della commissione parlamentare della Gestione, e coordinatore della Sottocommissione creata ‘ad hoc’ per analizzare il caso Hospita, Fabrizio Sirica: «Ho già calendarizzato per la prossima riunione della Sottocommissione di condividere l'informazione e di valutarla, siamo nella fase di completamento del dossier e quindi la aggiungeremo. Ma sottolineo la separazione dei poteri, la querela non riguarda il nostro lavoro: sarà il Ministero pubblico a decidere come procedere», ci spiega.
Intanto, più voci affermano che la querela contro Pronzini e Sergi non sia l'unica partita questa mattina. Una, sempre formulata dall'avvocato Fornara, è stata depositata nei confronti del nostro giornale su mandato di Sabrina Aldi e Claudio Camponovo, ex deputata leghista coinvolta nell'affaire Hospita di cui Camponovo era amministratore, per un articolo pubblicato nel mese di luglio. La querela è per presunta calunnia e diffamazione, dal momento che – stando alle argomentazioni dei diretti interessati – l'articolo in questione sarebbe “gravemente lesivo della loro onorabilità”.