Ticino

Più di 200mila sigarette importate illegalmente

Nel traffico anche più di ottocento stecche di stick di tabacco e un centinaio di pastiglie di Kamagra. La merce venduta in Ticino. Svizzero nei guai

Parte della merce sequestrata
(Foto Udsc)
11 settembre 2025
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È accusato di aver contrabbandato in Svizzera, nel giro di alcuni anni, oltre 200mila sigarette. Lui è un cittadino elvetico, nei cui confronti gli inquirenti dell’antifrode doganale dell’Udsc, l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini, hanno appena concluso la relativa inchiesta. Ma dai confini ticinesi non entravano solo sigarette: sempre omettendo le formalità doganali, l’uomo ha importato anche 119 chili di tabacco da shisha e 855 stecche di stick di tabacco destinati all’utilizzo in dispositivi elettronici di riscaldamento, nonché un centinaio di pastiglie di Kamagra, per il trattamento della disfunzione erettile. Il traffico, indica ancora l’Udsc in una nota, si è sviluppato dal 2021 al 2024. La merce è stata sequestrata e al cittadino svizzero, fa sapere l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini, sono stati formalmente richiesti i tributi elusi “per quasi 90’000 franchi”, importo che costituirà “la base per il calcolo della multa” che l’Udsc gli infliggerà.

Le importazioni illegali venivano effettuate personalmente dall'imputato oppure per il tramite di un parente domiciliato all’estero. Il tabacco, spiegano gli inquirenti, veniva venduto sulle principali piattaforme online o direttamente a esercizi pubblici specializzati della piazza ticinese, con la fatturazione di un prezzo nettamente inferiore rispetto a quello di mercato. Parallelamente l’accusato aveva costituito una ditta individuale finalizzata alla rivendita sul territorio svizzero, tramite un sito internet appositamente creato, di manufatti di tabacco importati in omissione delle formalità doganali. Oltre al contrabbando di tabacco, l’Udsc ha accertato l’importazione di ventitré confezioni di Kamagra per un totale di 92 pastiglie. I medicinali sarebbero stati acquistati in Giordania e poi importati in Svizzera... in omissione delle formalità doganali.

‘Prodotti di tabacco riscaldato: rischi da non minimizzare’

Restando in tema, le principali organizzazioni svizzere di prevenzione e lotta contro le dipendenze mettono in guardia, in un comunicato congiunto odierno, dai prodotti di tabacco riscaldato: ritengono che i fabbricanti minimizzino il rischio che questi articoli rappresentano e chiedono che siano soggetti alle stesse normative delle sigarette, riferisce l’Ats. Disponibili in Svizzera dal 2015, tali dispositivi funzionano inserendo una piccola sigaretta (‘stick’) che viene poi riscaldata. Da quell’anno le vendite di questi prodotti, noti come Htp, sono aumentate da 13 milioni di unità, a 1,6 miliardi all'anno. Ciò significa che le vendite sono progredite di 125 volte, sottolineano le organizzazioni. Nonostante questo incremento, la legislazione favorisce chiaramente gli Htp rispetto alle sigarette convenzionali, ad esempio in termini di imposizione (16% rispetto a 50% circa per le sigarette), si afferma ancora nella nota.

Per questo “è urgente agire”, scrivono l'Associazione svizzera per la prevenzione del tabagismo, l'Alliance pour la santé en Suisse, la Croce Blu Svizzera, la Lega svizzera contro il cancro, la Lega polmonare svizzera, Dipendenze Svizzera e la Conferenza svizzera delle leghe per la salute (geliko).

Le associazioni, riporta il dispaccio dell’Ats, chiedono quindi ai responsabili politici di istituire un quadro giuridico più severo che riconosca il potenziale pericolo e i danni degli Htp: il quadro legale dovrà inoltre rendere questi prodotti soggetti a una regolamentazione completa e rigorosa.

I fabbricanti di tali articoli li presentano sul mercato con diciture come "meno rischi" e "migliore alternativa" alle sigarette convenzionali, ma secondo le organizzazioni di prevenzione contro le dipendenze queste affermazioni non sono scientificamente provate. Studi indipendenti hanno dimostrato che gli Htp rilasciano sostanze nocive, quali polveri sottili, catrame e agenti cancerogeni: per questi motivi, si sottolinea nel comunicato, non vanno considerati in alcun caso un aiuto per smettere di fumare sigarette convenzionali.