È da anni che se ne parla, ma pochi si sono interrogati sulla debolezza della politica, che si manifesta con maggiore evidenza al cospetto delle sfide del presente. È di fronte ad esse che la politica è chiamata a dare alcune indicazioni incoraggianti ai cittadini. Invece si continua a discutere su questioni marginali (quella dell'arrocco è una di queste; ma anche quella dello sbarramento alle forze politiche minori), o ci si contrappone senza esito con proposte poco realistiche su questioni fondamentali. Triste lo spettacolo, quello recente in Gran Consiglio, sul tema della cassa malati. Su una questione di primaria importanza si è creata una contrapposizione del tutto inconcludente fra governo e legislativo e fra i partiti stessi. Vien da chiedersi dove stia la credibilità della politica. Io continuo a pensare che i partiti, per logiche loro, non riescono a staccarsi dalle prospettive elettorali e dalla pressione di determinati gruppi di interesse. È sempre stato così e non c’è da meravigliarsi che lo sia ancora. E non penso nemmeno che la disaffezione dei cittadini, mediante il non voto, possa in qualche modo contribuire a superare questa situazione. Il vero problema sta altrove, nella mancanza di indicazioni chiare sullo stato di salute del nostro Cantone. Lo Stato, avvalendosi dei suoi funzionari migliori e della consultazione dei numerosi istituti di valore presenti nel nostro territorio, dovrebbe poter dare delle indicazioni attendibili. Il problema non è quindi quello di scambiarsi dei dipartimenti secondo una logica settoriale, ma di incrementare un'azione politica congiunta e coordinata, da cui i partiti possano ricavare gli spunti necessari per orientare le loro proposte. Invece si procede in ordine sparso; e la cittadinanza non ha punti di riferimento per comprendere l'interesse generale. Infine un appunto ai partiti e ai mass media: perché mai si esce raramente dal gremio puramente partitico, senza sentire il bisogno di confrontarsi con chi, nei vari settori della società, vive e percepisce le esigenze di sviluppo del nostro Paese? Ci sono realtà che necessitano di idee chiare e di cambiamenti: nell'economia, nella politica scolastica, nel funzionamento della burocrazia che toglie linfa alle iniziative dei cittadini e che rallenta i processi costruttivi. Occorre, a livello alto, stabilire alcune priorità. In caso contrario, come possiamo immaginare che l'azione parlamentare possa da sola orientare la bussola nella direzione migliore? Einstein affermava che "è nella crisi che il meglio di ognuno di noi affiora". Occorre perciò un sussulto di ragione e di lungimiranza. Noam Chomsky, filosofo e linguista statunitense, ritiene che la ragione è lo strumento fondamentale, di cui dispone l’umanità, per debellare le menzogne e le oscurità del potere e per realizzare il cambiamento politico e far avanzare la conoscenza scientifica e filosofica. Già nella mitologia greca, il mito di Zeus, che divora Metis per acquisirne la saggezza, sottolineava l'importanza dell'intelligenza per affrontare le sfide del presente.