Come era facile prevedere il progetto di Polizia ticinese, messo in consultazione dal Consiglio di Stato (Dipartimento delle istituzioni) negli scorsi giorni e che propone di mantenere tutte le strutture di Polizia comunale che abbiano almeno 13 agenti più il Comandante, non farà altro che accrescere gli aspetti burocratici che invece dovrebbero essere secondari, rispetto alla necessità di garantire sempre maggiore sicurezza ai cittadini.
La Polizia unica, presente in diciotto cantoni svizzeri, eliminerebbe buona parte di queste difficoltà perché è assolutamente chiaro che un solo Comando, una sola strategia operativa, una maggiore flessibilità garantirebbero una più efficace linearità e razionalità negli interventi e nella conduzione del personale.
Lascio quindi al lettore valutare se la soluzione di un unico Corpo sia più efficace rispetto a una struttura cervellotica come quella messa in consultazione che propone, al fine di facilitare il coordinamento operativo e la governance politica, l’adozione di: quattro Consigli regionali dei Comandanti; un Consiglio interregionale dei Comandanti; quattro gremi di coordinamento regionali; un gremio cantonale; un accordo di prestazioni per gli aspetti qualitativi, quantitativi e di prezzo. Il tutto “condito” con l’obbligo di allestire rapporti di situazione e di attività.
Questo tipo di organizzazione è solamente una specie di alibi per far credere agli amministratori locali che anche in futuro potranno esercitare pienamente il controllo della sicurezza sul loro territorio.
Quanto costeranno a livello di tempo e di risorse queste commissioni e soprattutto: contribuiranno davvero a migliorare la sicurezza dei ticinesi? Ne dubito fortemente. La nostra gente quando richiede l’intervento della polizia desidera che il problema venga risolto in modo efficace e celere, e non sapere che i Corpi sono coordinati da una miriade di commissioni.