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Il lupo è un problema reale e serio che chiede soluzioni efficaci

È giunta l’ora che tutte le forze politiche si diano da fare, finendola di filosofeggiare o fare poesia

Ci mancherebbe altro che il problema del lupo divenisse tema di spartizione partitica del potere o di teatrini inconcludenti tra i nostri esponenti politici alla ricerca di voti! Sarebbe del tutto inopportuno e l’ennesima mancanza di considerazione non solo per il settore agricolo, ma per le Valli di questo cantone che di valli è in gran parte costituito.

Pertanto, giù le mani dal lupo come pretesto per confronti partitici che non servono alla causa e, anzi, fanno più danni che altro in quanto lasciano tutto irrisolto.

Se ancora qualcuno non se ne fosse accorto, il lupo è ormai un problema reale e decisamente serio, da affrontare con una chiara volontà condivisa; un tema che è di fatto diventato trasversale ai partiti e gruppi politici. Gli stessi Verdi dovrebbero ragionevolmente riconoscere che, dopo anni di belle teorie e vane sperimentazioni che hanno solo impedito di risolvere per tempo il problema, ora è venuto il momento di riconoscere che hanno sbagliato, che la convivenza del lupo con il nostro modo di gestire il territorio e il settore agricolo è inconciliabile. Non si tratta di essere pro o contro il lupo – sicuramente un animale affascinante – si tratta di prendere finalmente atto che il lupo non porta assolutamente nulla ed è una catastrofe, ben peggiore dell’alluvione 2024, con conseguenze stravolgenti per la cura del territorio, per le zone montane – già confrontate con gravi problemi di spopolamento con tutto quello che ne consegue – per l’economia in vari settori (agricoltura, turismo, alimentazione a km 0), per la biodiversità tanto declamata a parole ma poi contraddetta nei fatti, ma anche per evidenti aspetti culturali, della nostra storia e tradizione.

Con l’evidente abbandono in atto dell’allevamento (per ora ovicaprino, ma il resto seguirà), dopo anni che si stanno denunciando invano i rischi del “fenomeno lupo”, è giunta l’ora che tutte le forze politiche si diano da fare per risolvere il problema alla radice, così come deve essere in quanto non vi è alternativa possibile. Il lupo potrà liberamente scorrazzare nei grandi spazi della Siberia, o in tanti altri posti adatti, ma non nelle anguste Valli ticinesi a stretto contatto con la popolazione.

È pur sempre un animale feroce, che può oggettivamente incutere paura, e quindi non ha alcuna legittimità a essere protetto, visti anche tutti i danni e le difficoltà che causa. Continuare a non vedere questa realtà è semplicemente voler avere ragione anche quando si ha torto, è semplicemente negare l’evidenza.

Smettiamola quindi di farne una questione ideologica, addirittura di lotta partitica, e si intervenga in modo drastico e deciso per salvare il salvabile, prima che sia troppo tardi e che la risoluzione del problema divenga di fatto impossibile.

Appellarsi alle leggi in materia, invocando quindi la legalità, nel caso specifico è una foglia di fico e andrebbe semplicemente riconosciuto che vi sono leggi sbagliate… nella fattispecie appare evidente. Le leggi sono fatte a servizio del convivere civile, ma quando vengono meno al loro scopo o sono fonte di inconvenienti tali da risultare nocive, non devono imporsi in modo acritico o dogmatico. Vanno perlomeno corrette nella loro applicazione. Il consigliere federale Rösti è venuto in Vallemaggia perorando l’assurda teoria che le catastrofi naturali devono essere affrontate con il principio della sussidiarietà, quindi prima il Comune (vittima del disastro), poi il Cantone, per ultimo la Confederazione. La sussidiarietà, come appare logico, andrebbe invece applicata, riconoscendo le particolarità e le esigenze di ogni regione, alla gestione del lupo – come pure a varie altre tematiche che toccano le zone montane e periferiche – evitando di tirare in ballo una democrazia che a volte denota i suoi limiti, specialmente quando contrappone città e campagna in un confronto insostenibile e che va trattato, da tutti, con il lume della ragione e del buon senso, non per partito preso.

Su questi temi specifici si lasci che ognuno comandi in casa sua, questo sia chiama autodeterminazione, questa è la vera democrazia. Chi è confrontato direttamente con il problema del lupo, e ne conosce le nefaste conseguenze, chiede con forza e urgenza che si finisca di filosofeggiare o di fare poesia su un problema reale e serio che chiede soluzioni pragmatiche e, soprattutto, efficaci.