laR+ I dibattiti

Avanti come prima

(Ti-Press)

Ho aspettato qualche giorno, dopo i tuoni e fulmini politici estivi e l'inutile seduta parlamentare per esprimere una volta di più la mia indignazione. Non ho letto particolari commenti, a parte i resoconti giornalistici del giorno dopo, se non quello che condivido pienamente del Prof. Rigozzi sul Cdt. Al recente comitato cantonale Plr, non è stata proferita parola. Ho pure apprezzato l'iniziativa del Cdt di intervistare alcuni esponenti partitici. Interventi autoreferenziali, elencazione dei problemi, nessuna idea e visione sul come risolverli. L'apprendista, diplomato in pochi mesi, della Lega che ha contribuito a creare il teatrino (anche i confederati si sono divertiti...) canta vittoria. Probabilmente crede ancora a Gesù bambino dell’allocchino che, con la bacchetta magica, rimetta in sesto la giustizia e rilanci le opere infrastrutturali ed edilizie, che languono da tempo, per la gioia del settore edile, occupazione e aziende. Al presidente del Plr sembra sufficiente ricordare il nonno. Dimentica che il Ticino è sprofondato politicamente dov’è perché il suo partito è allo sbando e scimmiotta la destra, invece di riscoprire l’apertura sociale che un tempo gli aveva dato lustro... Per il 2027, farebbe meglio a mobilitare le migliori personalità per riprendersi il secondo seggio.

Apprezzo il presidente del Centro che da buon montanaro, come chi scrive, è capace a indignarsi e dire pane al pane e vino al vino. Sognare però, per rimettere il treno sui binari, un nuovo Lago d'Orta è tempo perso: il luogo c’è ancora, mancano le persone. C'è poi chi sogna il maggioritario, come se cambiando le regole del gioco si risolvano i problemi: ci si dimentica che il proporzionale ci fu imposto, per fortuna, dai confederati visto che alla fine del 1800 dovettero intervenire per far cessare l'abitudine ticinese di risolvere i problemi del cantone con risse e pistolate... Le pistolate sono sparite, le risse no. La destra, in primis l'Udc e la Lega, sostenuta da qualche economista che si definisce socialdemocratica, ma con atteggiamenti maltusiani, vuole limitare la libera circolazione delle persone fomentando la paura nei confronti dell'Europa (che non è sempre esempio da seguire), ma che ha permesso alla Svizzera di accrescere il proprio livello di vita. Prendersela con i frontalieri è scorretto: forse non ci si ricorda più delle politiche copernichiane di masoniana e morisoliana memoria che hanno attirato una serie di aziende con poco valore aggiunto e molta manodopera estera.

A sinistra l’Mps è abilissimo a scoperchiare le pentole maleodoranti (chapeau!), ma marcia sul posto perché continua a sognare la rivoluzione. In altre realtà è il Ps che scoperchia le pentole e anche se ha responsabilità governativa è capace di fare una politica di partecipazione e di critica e d'opposizione quando è necessario. Non bisogna avere timori, la politica del doppio binario ha premiato la Lega in Ticino e a Berna l'Udc. Il Ps lancia sì proposte concrete (alcune magari non centrate), ma non riesce a costruire alleanze maggioritarie. Non è certo colpa sua: ogni partito tende a profilarsi pro domo suo. Sulla sanità, per esempio, che colpisce pesantemente le famiglie, ci si sarebbe aspettato, seppur con ricette diverse, di veder sedere attorno a un tavolo i maggiori partiti ed elaborare una soluzione condivisa e non andare in votazione in ordine sparso, creando solo confusione nella popolazione. L'attuale cultura politica genera una volta di più disaffezione del popolo nei confronti delle istituzioni.

Dicevo all'inizio del teatrino sull'allocco: cosa succederà ora con Hospita? Le scommesse sono aperte. Certo è che, in altri Cantoni della Svizzera, con simili pedigree, qualche ministro avrebbe, da tempo, dovuto fare le valige: perché là si è ancora capaci di indignarsi e si ha un concetto diverso del rispetto per le istituzioni.