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Piazza del Sole ‘un forno design’, interrogazione sull’arredo

La consigliera comunale Sara Nisi (Verdi-Fa) chiede al Municipio perché si sia privilegiato l’aspetto estetico anziché la funzionalità climatica

Qualcuno a ogni modo si ferma e apprezza l’offerta
(Ti-Press/Benedetto Galli)
15 luglio 2025
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La temperatura sulla Piazza del Sole continua a salire. Rimane caldo il tema dell’allestimento estivo con panchine in plastica ritenute poco invitanti e alberelli che non ombreggiano, come abbiamo riferito nell’odierna edizione. E oggi con l’inoltro di un’interrogazione al Municipio la questione si fa rovente. La consigliera comunale Sara Nisi del gruppo Verdi-Forum Alternativo pone una serie di quesiti e chiede lumi all’esecutivo: “Non sarebbe stato più serio pensare fin da subito a un intervento concreto e funzionale piuttosto che optare per una soluzione temporanea dall’impatto più scenografico che utile?”. Nisi chiede anche “qual è il ragionamento che ha portato a privilegiare l’aspetto estetico del verde rispetto alla sua funzionalità climatica?”. E ancora: “Non avete il timore che questo intervento venga percepito come un’operazione d’immagine piuttosto che una soluzione concreta? È stato fatto uno studio microclimatico sulla reale efficacia delle piante scelte in termini di ombreggiamento e mitigazione del calore urbano? Se sì, è disponibile pubblicamente?”.

La consigliera comunale chiede quale tipo di analisi o consultazione sia stata fatta con esperti del verde urbano o paesaggisti prima di definire la tipologia e la disposizione delle piante. “Alla luce delle condizioni estreme di esposizione al sole in Piazza del Sole, quali valutazioni sono state fatte riguardo alla sopravvivenza delle piante nel medio-lungo termine? Qual è il piano di gestione previsto per le piante dopo la fine della fase test del progetto?”. Nisi, che definisce la piazza “un forno design”, evidenzia che le piante utilizzate sono troppo piccole e posizionate in contenitori inadeguati per garantire un’ombra significativa: “l’effetto è praticamente nullo e non attenua in alcun modo il disagio provocato dal sole cocente”.

Inoltre – aggiunge la consigliera comunale – la scelta di collocare queste piante in vaso, esposte senza protezioni adeguate alle condizioni climatiche estreme della piazza “le condanna a un destino di rapido deterioramento e sofferenza. Senza un’attenzione costante e risorse idriche adeguate, è quasi certo che queste piante non riusciranno a sopravvivere a lungo, vanificando così ogni presunto beneficio ambientale”. In definitiva, secondo Nisi, l’intervento appare più come “un espediente di design volto a migliorare superficialmente l’immagine dello spazio pubblico piuttosto che un progetto realmente funzionale e sostenibile volto a migliorare la vivibilità della piazza. Si rischia così di presentare come innovazione ciò che in realtà è un mero palliativo inefficace, che non risolve i problemi strutturali legati al caldo e all’assenza di ombra”.

Una fase di prova

Sara Nisi ricorda che, durante il mese di aprile, il Municipio ha ufficialmente presentato il progetto innovativo denominato ‘SoStare al Sole’ con l’obiettivo ambizioso di rendere la storica e roventissima Piazza del Sole un luogo molto più vivibile, soprattutto durante le ore più calde e afose della giornata estiva. Questa piazza, spesso percepita come uno spazio urbano arido, poco accogliente e difficile da frequentare nelle giornate di sole intenso, “si sarebbe trasformata grazie a una serie di installazioni modulari e versatili, studiate appositamente per migliorare il comfort degli abitanti e dei visitatori”. L’idea alla base del progetto – fa presente – era di creare un ambiente urbano che potesse offrire zone d’ombra naturale, grazie all’introduzione di alberi in vaso e arredi pensati per proteggere dal calore, oltre a elementi interattivi come fontane d’acqua, capaci di rendere la piazza non solo più fresca ma anche un punto di ritrovo piacevole e stimolante per tutte le età.

Un'installazione da 100mila franchi

Questa nuova installazione, il cui costo complessivo si aggira intorno ai 100mila franchi, rappresenta in realtà una fase di prova o test temporaneo, finalizzata a valutare con precisione l’effettivo impatto di queste modifiche sull’uso e sulla percezione dello spazio da parte della popolazione locale. Il periodo di sperimentazione permetterà quindi di monitorare non solo il grado di gradimento da parte dei cittadini, ma anche l’efficacia in termini di miglioramento della qualità della vita e della fruizione degli spazi urbani. “Sulla base dei risultati raccolti durante questa fase, il Municipio potrà decidere se confermare, modificare o ampliare l’intervento nel futuro”.

Critiche dai Verdi e sui social

Nel frattempo sulle pagine social istituzionali di BellinzonaCity sono piovute molte critiche e pure su Facebook e Instagram sono stati pubblicati molti commenti che indicano poco apprezzamento verso il nuovo arredo estivo. Come riferito nell’edizione di oggi della ‘Regione’ anche i Verdi di Bellinzona hanno inviato alla redazione una presa posizione critica, firmata da Elena Conelli, nella quale si evidenzia come l’arredo appaia più che altro “un abbellimento”. Stando ai Verdi “manca un’idea di fondo. Nessuna copertura, nessun vero riparo, nessuna coerenza tra problema e ricerca di soluzione. La piazza resta un luogo poco vivibile. Non si può parlare di beneficio, né per la salute delle persone né per l’ambiente. Un ambiente urbano pensato bene non è solo bello: riduce l’impatto del caldo, invita alla socialità, favorisce la biodiversità, stimola la vita attiva. Quando tutto questo manca, si perde un’occasione. O peggio: si mette una toppa per non affrontare la questione reale. Si potrebbe fare meglio”.

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