A poche settimane dal referendum comunale previsto il 28 settembre, la municipale Karin Valenzano Rossi e la referendista Raide Bassi (Udc) si confrontano
Solo un voto di differenza in Consiglio comunale ha permesso l’approvazione del messaggio municipale relativo all’introduzione di 38 chilometri di strade comunali con un nuovo limite di velocità (tutte a 30 km/h, tranne via Foce e via Stauffacher, dove sarà fissato a 20 km/h). Una richiesta giunta da più fronti, ma non condivisa da tutti. Infatti, già il giorno successivo al voto, Udc e Lega hanno istituito un comitato ad hoc, presieduto da Raide Bassi e Lukas Bernasconi, e avviato una raccolta firme che, con 4’541 sottoscrizioni (delle quali 975 nulle), ha superato il quorum necessario di 3’000. A meno di un mese dal voto, che si preannuncia combattuto, la capodicastero Sicurezza e spazi Urbani, Karin Valenzano Rossi, e Bassi si confrontano in vista della consultazione del 28 settembre.
Iniziamo subito dal sodo: perché votare sì?
Valenzano Rossi: Un ‘sì’ significherebbe estendere la moderazione del traffico nei quartieri dove oggi manca. Vogliamo migliorare la vivibilità e la sicurezza per tutti gli utenti della strada, in particolare per chi si sposta a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici. A questo si aggiunge, soprattutto nelle ore notturne, l’obiettivo di ridurre l’inquinamento acustico.
E invece, perché votare no?
Bassi: Si tratta di una spesa non necessaria; i fondi potrebbero essere investiti in interventi più prioritari. Inoltre, è l’ennesimo ostacolo alla mobilità privata. Non migliorerà la sicurezza stradale, perché nelle zone 30 la priorità resta all’automobile e i pedoni dovranno comunque continuare a prestare attenzione.
Durante la raccolta firme si è parlato di una ‘decisione ideologica’. Che cosa intendete?
Bassi: Con questa iniziativa si vuole introdurre un’estensione eccessiva dei limiti di velocità. Le nostre strade sono già congestionate; ulteriori restrizioni andranno a frenare l’autonomia degli automobilisti. Nessuno mette in discussione le limitazioni davanti alle scuole, ma su altre strade incluse nel messaggio municipale non hanno senso. In questo progetto c’è un’idea di fondo rosso-verde, che immagina quartieri dove pedoni e auto condividano la strada. Ecco cosa intendiamo per ‘decisione ideologica’.
Valenzano Rossi: Lugano è l’unica grande città della Svizzera a trazione borghese: una proposta puramente ideologica non sarebbe mai confluita in un messaggio municipale. Va ricordato che il messaggio rispetta pienamente la gerarchia stradale definita a livello federale e si distingue dalle scelte ideologiche adottate in altre città svizzere. Non vogliamo estendere il 30 km/h a tutta la città, come a Losanna, dove vige il limite notturno, o a Zurigo, dove la maggior parte delle strade, comprese quelle a scorrimento, sono a 30 km/h. Questi sì, sono approcci ideologici. Il nostro intento è uniformare quanto già esiste: in alcuni quartieri il limite c’è, in altri – penso a Barbengo o Pregassona – manca vicino a scuole o campi da calcio, mentre a pochi chilometri di distanza la stessa misura è già in vigore. Purtroppo questa votazione arriva in un clima politico molto acceso, dove si cavalca il tema dell’ideologia e della ‘guerra agli automobilisti’, ma questo messaggio non ha nulla a che vedere con simili dinamiche.
Uno studio dell’Associazione svizzera dei professionisti della strada e dei trasporti, citato nel messaggio municipale, elenca i potenziali vantaggi delle zone 30 km/h. Tra questi la riduzione dell’inquinamento e degli incidenti. Quanto cambierà concretamente se il referendum passerà?
Valenzano Rossi: I benefici in termini di riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico saranno presenti ma limitati, dato che non si tratta di un’estensione generalizzata. Diverso è il discorso sugli incidenti: una collisione a velocità ridotta ha conseguenze decisamente meno gravi. Alcuni comuni che hanno adottato il 30 km/h ovunque non hanno più registrato incidenti mortali.
Bassi: Non ci sarà una diminuzione degli incidenti, anzi: guidare più lentamente può aumentare la distrazione. A Lugano ci si focalizza sempre sul comportamento dei conducenti, ma negli ultimi anni ho visto spesso ciclisti passare col rosso, o utenti su monopattini distratti dal cellulare. Con più limiti di velocità, crescerà anche la percezione di avere la precedenza da parte di chi non è alla guida, aumentando così i comportamenti rischiosi. Certo, gli incidenti saranno meno gravi, ma si rischia di trasmettere l’idea che il pedone abbia sempre la precedenza, anche quando non è così. È un messaggio pericoloso. Si rischia di creare un principio sbagliato e il pedone tenderà a ‘buttarsi’ in strada con più facilità.
Valenzano Rossi: È vero che alcuni utenti sono distratti, ma lo sarebbero anche con un limite di 50 o 80 km/h. Nel nostro sistema è previsto che chi guida ha il dovere di prestare maggiore attenzione, perché tecnicamente sta svolgendo un’attività potenzialmente rischiosa per sé e per gli altri.
Il traffico in città è un problema. Le zone 30 aiuteranno o peggioreranno la situazione?
Bassi: La città è oberata dal traffico. Già ora non si può più andare in giro e il lungolago è un esempio concreto di come una ‘sperimentazione’ sia poi diventata definitiva. In quel caso si era detto ‘facciamo una prova’, ma alla fine la situazione è rimasta immutata. A volte si ha la tendenza di inserire zone 30 che dovrebbero servire a ridurre il traffico parassitario, ma così andremo semplicemente a peggiorare la situazione sugli assi principali, che sono piccoli e già sovraccarichi. E poi, magari, nelle strade secondarie, per limitare ulteriormente la velocità ci saranno nuovi dossi, dissuasori del traffico, cunette e un bel radar dove ci sarà il 30 km/h, e se uno va a 45 km/h rischia pure la patente.
Valenzano Rossi: Questa è disinformazione. Nessuno ha mai parlato di aggiungere nuovi ostacoli fisici o radar. Si sta facendo un processo alle intenzioni, sostenendo che il messaggio serva solo per fare cassetta mettendo radar dappertutto. È un’affermazione che muove le pance delle persone e lo capisco perché i radar non piacciono neanche a me. I controlli ci saranno, come giusto che sia, ma di certo non aumenteremo l’effettivo della polizia per piazzare più radar. Il vero problema del traffico a Lugano non è la velocità, ma è dovuto dal carico di traffico superiore alla sopportazione della rete attuale della città. E c’è di peggio, la bretella autostradale, che doveva alleggerire il traffico urbano, oggi è spesso intasata. La misura che i cittadini andranno a votare non risolverà il problema del traffico, ma, ripeto, vuole solo migliorare la sicurezza nei quartieri, come richiesto da diverse commissioni di quartiere.
A proposito di commissioni di quartiere (cq), nel messaggio municipale sono state tenute in considerazione diverse strade segnalate, ma altre no. Tra queste vi è anche la strada che attraversa la Val Colla.
Valenzano Rossi: Le cq, a volte, chiedono limitazioni su tratti di scorrimento che soggettivamente percepiscono come pericolosi, ma un approccio per l’appunto pragmatico e non ideologico non può accogliere tutte le richieste, perché andrebbe contro la gerarchia stradale. La Val Colla è attraversata quasi interamente da una strada cantonale e lì, noi come Municipio, non possiamo intervenire. Nel messaggio iniziale avevamo previsto di approfondire eventuali interventi successivi, ma ora attendiamo l’esito del voto.
Bassi: Ed è stato proprio il taglio di quel credito aggiuntivo da 400mila franchi (soldi che sarebbero serviti per interventi mirati su richieste future, ndr) a far passare il messaggio in Consiglio comunale. Provocatoriamente, dico che questo studio è l’esempio più calzante che non ci si vuole fermare al 55% di strade comunali a 30 km/h. Se dovesse passare il sì, allora si rischia che si voglia mettere mano anche sul rimanente 45%.
Valenzano Rossi: Le strade a scorrimento non verranno toccate. Non ci saranno altre strade da moderare. Riguardo alla Val Colla, dove chiedono a gran voce misure di sicurezza: se sarà il caso valuteremo se rifare un ulteriore studio per comprendere come agire per ridurre situazioni rischiose, ma un’eventuale moderazione avrà una soluzione di altra natura.
Bassi: A pensare male, però, si potrebbe credere che, oltre a quanto pianificato, seguirà un’ulteriore fase.
Se dalle urne dovesse uscire il ‘no’ ci sono delle alternative per migliorare la sicurezza nelle zone limitrofe alle scuole?
Bassi: Per quelle zone che necessitano comunque di essere messe in sicurezza c’è già un ampio pacchetto di misure incluso nel messaggio municipale ‘Piano Mobilità Scolastica’ (nel quale sono previsti 26 interventi in città finalizzati a migliorare i percorsi casa-scuola: in 22 casi gli interventi si intersecano in parte o completamente con le nuove zone di moderazione della velocità, ndr). Con questo Piano verranno introdotte già diverse misure, come restringimenti, paletti o posteggi alternati per favorire il percorso casa-scuola. Noi non siamo completamente contro le zone 30 km/h, ma non vogliamo un’estensione esagerata.
Valenzano Rossi: Rimane appunto il ‘Piano Mobilità Scolastica’, ma se non dovesse passare il messaggio in votazione, prenderemo atto che i cittadini non ritengono necessario garantire sicurezza e vivibilità in tutti i quartieri della città. Inoltre, una bocciatura, per me, sarebbe un dispiacere, in quanto non potrò dare seguito a reiterate richieste provenienti da diverse cq che agiscono come antenne sul territorio.