Cala il tasso ipotecario di riferimento, ma non sempre le pigioni. Adriano Venuti (Asi): ‘Ancora poche le persone informate di questa possibilità’
Sono sempre troppo poche le persone informate della possibilità di richiedere al proprio padrone di casa un abbassamento della pigione relativo alla diminuzione del tasso ipotecario di riferimento. A sostenerlo, il vicepresidente dell’Associazione svizzera degli inquilini (Asi) e responsabile per la Svizzera italiana Adriano Venuti. A inizio marzo l’Ufficio federale delle abitazioni aveva annunciato un abbassamento del tasso di 0,25 punti percentuali, ovvero dall’1,75 all’1,5%. Una notizia importante per il mercato immobiliare elvetico e soprattutto per gli inquilini, dato che è proprio su questo tasso che vengono stabilite le pigioni in tutta la Svizzera. Di conseguenza, chi sta attualmente pagando un affitto calcolato su un tasso superiore all’1,5% ha il diritto di chiedere una riduzione della pigione.
Ancora poche, però, le persone che si avvalgono di questo strumento. Non solo chi ne ignora l’esistenza e l’utilità, ma anche chi, pur conoscendone i vantaggi, decide di non agire. «Proprio perché si tratta di una richiesta che viene dall’inquilino, e quindi di per sé non automatica – spiega in tal senso Venuti –, c’è chi è restio a domandare una diminuzione dell’affitto». Il motivo? «Il timore di eventuali ritorsioni da parte del proprietario, come pure che si rovinino i rapporti con quest’ultimo». Insomma, osserva il vicepresidente dell’Asi, «spesso viene fatto il ragionamento che in fondo non cambia molto e che sono solo una cinquantina di franchi al mese».
Di per sé la richiesta al proprietario è un’azione tutto sommato semplice. «Idealmente entro trenta giorni dal cambiamento del tasso ipotecario di riferimento – suggerisce Venuti – va inviata una lettera, preferibilmente raccomandata, al locatore». Più strette le modalità per i padroni di casa quando vogliono annunciare un aumento: «La pigione – rimarca il vicepresidente dell’Asi – può essere cambiata dal proprietario solo attraverso un modulo ufficiale, non per Sms come talvolta accade». E puntualizza: «Il modulo ufficiale è un formulario riconosciuto dal Cantone che spiega chiaramente le ragioni dell’aumento. Se l’incremento è deciso in base al tasso ipotecario di riferimento, il proprietario deve indicare il tasso in vigore, quello nuovo e l’adattamento della pigione. Il tutto segnalando che gli inquilini hanno trenta giorni per contestare l’aumento».
Sul sito dell’Associazione svizzera inquilini, oltre alle informazioni dettagliate su come fare domanda per una riduzione della pigione a seguito della diminuzione del tasso, c’è anche un calcolatore per la modifica del proprio canone abitativo per iniziare a capire se si abbia diritto o meno a una riduzione dell’affitto. Esatto, perché non è così immediato avere diritto a una diminuzione. Tutto dipende dal tasso di riferimento su cui si basa il contratto in essere. Siccome il tasso ipotecario di riferimento viene comunicato ogni tre mesi dall’Ufficio federale delle abitazioni, nel corso di un contratto, per esempio di due anni, il tasso può subire diverse variazioni. In merito, indica Venuti, «il tasso reale può scendere, ma non per forza la diminuzione è abbastanza marcata da garantire un abbassamento dell’affitto». In estrema sintesi, «nel caso di una richiesta accolta, l’affitto cambia solo alla prossima scadenza del contratto», dice il vicepresidente dell’Asi e illustra: «Se oggi un inquilino ha diritto a una riduzione, ma il suo contratto scade tra due anni, la riduzione ha effetto tra due anni, non subito. Tuttavia – mette in guardia –, nel frattempo può essere che il tasso sia di nuovo aumentato. Un altro problema è che ci sono inquilini che negli scorsi mesi hanno ricevuto una notifica di aumento, che però non è ancora in vigore. Quindi potrebbero richiedere una riduzione che li farebbe restare con la pigione attuale. Al contrario, se non la chiedono, entrerebbe in vigore un aumento».
Il tasso ipotecario di riferimento, lo ricordiamo, viene pubblicato in quarti di percentuale ed è basato sul tasso d’interesse medio, ponderato in base al volume dei crediti ipotecari svizzeri. Rispetto al trimestre precedente, il tasso d’interesse medio, calcolato lo scorso 31 dicembre, dall’1,63 è sceso all’1,53%. Con l’arrotondamento commerciale, il tasso ipotecario di riferimento è quindi ora dell’1,5% e si applica a partire dal 4 marzo. Si manterrà a questo livello finché il tasso medio non scenderà sotto l’1,38 o non supererà l’1,62 per cento.