Il Gran Consiglio boccia sia la proposta di via Monte Boglia sia, a sorpresa, il controprogetto di Plr e parte dell'Udc. Parola finale ai cittadini
L'iniziativa popolare della Lega dei ticinesi, “Basta spennare il cittadino, cassa malati deducibile integralmente!”, andrà al voto popolare da sola. A deciderlo è stato oggi il Gran Consiglio, che ha bocciato sia l'iniziativa (con 18 favorevoli, 64 contrari e 4 astenuti) sia – e questa è stata un po' una sorpresa – il controprogetto di Plr, Lega e parte dell'Udc, respinto con 40 sì, 42 no e 2 astenuti.
Insomma, a rimanere in piedi a settembre per essere sottoposta al popolo – assieme all'iniziativa del Ps per fissare i premi a massimo il 10% del reddito – resta solo la deduzione integrale dei premi di cassa malati chiesta dall'iniziativa popolare assolutamente non ritirata da via Monte Boglia, e sottoscritta da 11mila persone. Secondo la Lega, le soglie delle deduzioni vanno portate immediatamente da 5’200 a 9’000 franchi per le persone sole e da 9’000 a 18’000 per le coppie. Un aiuto che costerebbe alle casse pubbliche un centinaio di milioni di franchi. Circa 55 milioni a carico del Cantone e 45 sulle spalle dei Comuni.
Uno sgravio troppo importante per poter essere assorbito senza conseguenze in un colpo solo. È quanto pensavano Plr e parte dell'Udc, che hanno messo sul tavolo un controprogetto che – prima di essere bocciato – proponeva di diluire nel tempo l’aumento delle deduzioni: le soglie sarebbero state alzate anno dopo anno della stessa percentuale di crescita dei premi. Questo partendo nel 2026, con deduzioni leggermente più alte delle attuali – 6’500 per i single e 13mila per le coppie – fino a un massimo di 9’000 franchi per le persone sole e 18’000 per i coniugi. Le stesse della Lega, che infatti ha sostenuto in aula il controprogetto redatto dal capogruppo Plr Matteo Quadranti e da Roberta Soldati (Udc) che andava però un po’ più in là: alla deducibilità dei premi per single e coppie si aggiungeva anche quella per i figli maggiorenni a carico, che passerebbe dagli attuali 1’200 franchi a 3mila.
Più ‘soft’ – e bocciata anch'essa – la proposta messa sul tavolo dal Centro. Il rapporto di minoranza del capogruppo Maurizio Agustoni proponeva infatti di fissare le soglie a metà strada tra quelle attuali e quelle proposte dalla Lega: 7mila per le persone singole e 14mila per le coppie. «In questo modo si rendono integralmente deducibili i premi, ma si esclude che in queste deduzioni possano essere inserite anche altre voci, come gli interessi da risparmio», sottolinea Agustoni. Una via di mezzo che sarebbe costata la metà, circa 50 milioni tra Cantone e Comuni, ma che non ha ricevuto il necessario sostegno per essere sottoposta al voto popolare.
Fermamente contraria a qualsiasi compromesso la sinistra, che alza le barricate come ogni volta che si parla di sgravi. Per Ps e Verdi sia l’iniziativa che i controprogetti «sono insostenibili e non equi. Hanno un impatto sproporzionato rispetto ai benefici. Un impatto che va a favore dei grandi redditi», sostiene il capogruppo socialista e relatore del secondo rapporto di minoranza Ivo Durisch.
Per la Lega, il deputato Alessandro Mazzoleni – pure iniziativista – ribadisce la bontà della loro iniziativa perché «i cittadini non devono pagare imposte su spese obbligati a sostenere per pagare i premi e anzi bisogna rendere giustizia a chi si sente sempre più solo e fiscalmente oppresso». Obiettivi che anche Agustoni e il Centro si pongono, ma per il capogruppo non si deve fare in questo modo. E con queste cifre. Perché «tra questo, la riforma fiscale ed Efas a regime si va verso la tempesta perfetta. Che arriverà a fronte di un impatto davvero modesto per le tasche dei cittadini, soprattutto del ceto medio».
Lancia in resta Durisch: «Non è un'operazione di politica sociale, ma di politica fiscale camuffata da aiuto per pagare i premi fatta in maniera poco trasparente e molto iniqua». A ruota Fabrizio Sirica, sempre in casa socialista: «È un'iniziativa illusoria, si agisce sulla prima preoccupazione dei cittadini per fare un'iniziativa di carattere esclusivamente fiscale. Un beneficio tangibile lo avrebbe chi guadagna più di 100mila franchi, il 9% della popolazione, e più di 150mila franchi, il 4%». Se invece Roberta Soldati (Udc) considera «l'accoglimento del controprogetto un atto di responsabilità politica» – lo dica ad alcuni del suo gruppo parlamentare –, per Samantha Bourgoin (Verdi) si tratta di «promesse da mercante».
Il direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta ricorda che il governo «comprende le motivazioni che hanno spinto a presentare l'iniziativa, ma allo stesso tempo si tiene conto di quanto già si fa a fronte deduzione e contesto finanziario all'interno del quale operano cantone e comuni giungendo a decisione di respingere l'iniziativa stessa». Nel merito, «pur presentandosi come misura volta a permettere piena deducibilità premi permetterebbe di dedurre anche spese non legate a casse malati come complementari, assicurazioni private contro infortuni, polizze vita o interessi su conti risparmio o obbligazioni: elementi estranei all'assicurazione malattia». La proposta, spiega Vitta, «favorisce redditi più elevati, che possono spendere di più».
In più, «siamo il cantone più generoso, con importi massimi deducibili che sono il doppio rispetto alla media intercantonale. Certo, premi più alti e quindi deduzioni più alte... corretto, ma oggi noi abbiamo delle possibilità di deduzioni per oneri che ammontano a quasi il doppio delle deduzioni secondo la media svizzera. Se guardiamo i premi di riferimento, la differenza è tra il 18 e il 23%». Come non bastasse, «non favoriamo un comportamento virtuoso da parte del cittadino».
I problemi di natura finanziaria non mancano: «La situazione economica del Ticino è difficile, le scelte vanno ponderate, coordinate e usando risorse in maniera efficace.Il costo di questa iniziativa è attorno a 100 milioni di franchi, sfido chiunque a cercare risorse pari a 55 per il Cantone e 45 per i Comuni. E deduzioni molto elevate hanno un impatto notevole a livello finanziario: in questo ambito, generano un beneficio di 111,5 milioni per il Cantone di cui quasi 90 su imposta comunale per 200 milioni a favore dei contribuenti. Se aggiungiamo più di 400 milioni, superiamo già oggi senza fare nulla 600 milioni di risorse tra deduzioni e sussidi solo per la cassa malati. Possiamo chiederci se non stiamo destinando una fetta così elevata da privare risorse per altre politiche o altre scelte. Conseguenze finanziarie, per i prossimi anni, ancora più pesanti».