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‘Ridimensionamento Cargo Ffs, come intende muoversi il Consiglio di Stato?’

Interrogazioni di Avanti con Ticino&Lavoro (‘Perdita di occupazione qualificata’) e Verdi (‘Ritorneranno sulla strada oltre 100mila camion all'anno’)

Preoccupazioni politiche e sindacali
(Ti-Press)
13 giugno 2025
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“Sebbene l’azienda affermi di voler evitare licenziamenti forzati, il ridimensionamento rappresenta una grave perdita in termini di occupazione qualificata, presidio ferroviario e attrattività economica della regione”. I tagli annunciati da Ffs Cargo nel nostro cantone sono al centro di un’interrogazione di Avanti con Ticino&Lavoro (primo firmatario Giovanni Albertini) al Consiglio di Stato. Ffs Cargo, ricordano Albertini e colleghi, ha annunciato la soppressione di “almeno 40 posti di lavoro” nel cantone, con la chiusura progressiva dei terminal di Cadenazzo e Lugano-Vedeggio entro il 2025. Una decisione, si sottolinea nell’atto parlamentare, che “appare in contrasto con gli obiettivi” della mozione con cui Avanti con Ticino&Lavoro chiede alla Confederazione di trasferire maggiori posti di lavoro pubblici e qualificati in Ticino, promuovendo “un riequilibrio federale concreto”. Non solo: quanto annunciato da Ffs Cargo “mette a rischio la politica di trasferimento modale promossa dalla Confederazione e dal Cantone, riducendo la competitività del trasporto merci su rotaia e penalizzando il ruolo strategico del Ticino come regione di transito”.

Giovanni Albertini, Amalia Mirante ed Evaristo Roncelli pongono quindi al governo una serie di domande. Fra queste: “Il Consiglio di Stato, anche in virtù degli importanti contributi relativi alle officine, è stato preventivamente informato dalle Ffs o da Ffs Cargo in merito al piano di chiusura dei terminal in Ticino? Se sì, con quale anticipo e quali margini di discussione?”. Il governo “condivide questa strategia oppure ha espresso formalmente la propria contrarietà?”. E poi: “Ha preso posizione presso la direzione delle Ffs o la Confederazione? In che modo intende difendere i lavoratori coinvolti, evitare che il piano si traduca in una perdita secca di occupazione e valorizzare alternative di rilancio (ricollocamenti, transizione interna, subentro di operatori privati)?”.

Atto parlamentare interpartitico

Sul tema intervengono anche i Verdi. Secondo i quali la decisione di Ffs Cargo, unitamente alla notizia, altrettanto recente, della chiusura anticipata dell’autostrada viaggiante (RoLa) tra Friburgo in Brisgovia e Novara, “rischiano di compromettere seriamente la politica di trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia, con ricadute importanti anche per il Canton Ticino”. Stando a stime rese pubbliche a livello nazionale, evidenziano gli ecologisti in un’interrogazione (prima firmataria Nara Valsangiacomo), “queste misure comporteranno il ritorno su strada di oltre 100mila camion all’anno, in gran parte in transito lungo l’asse nord-sud: è legittimo attendersi che la quasi totalità di questi mezzi pesanti interessi il territorio cantonale, già fortemente sollecitato dal traffico pesante e dal pendolarismo transfrontaliero”. Senza ovviamente dimenticare “il taglio di posti di lavoro, in un primo momento quantificati in circa quaranta”.

L’atto parlamentare è stato sottoscritto anche da deputati di altri partiti (Ps, Verdi Liberali, Pc, Centro, Plr, Mps) e pure questo contiene diversi quesiti all’indirizzo del Consiglio di Stato. A cominciare da quello sulle conseguenze per la circolazione dei mezzi pesanti: “Quanti camion supplementari si stima attraverseranno il Canton Ticino ogni anno in conseguenza della chiusura dell’autostrada viaggiante e del ridimensionamento della rete del traffico combinato?”. A seguito della chiusura dei terminali di Cadenazzo e Lugano Vedeggio, quanti camion supplementari “si prevede che transiteranno sulle strade ticinesi? Quanti mezzi pesanti si stima convergeranno sul terminale di Stabio. Quale impatto è previsto in termini di congestione viaria, in particolare per la regione del Mendrisiotto, già confrontata con una situazione di traffico critico?”. E ancora: “Quali alternative verranno offerte ai trasporti di merci pericolose, per i quali vige il divieto di attraversamento dei valichi stradali alpini (con l’eccezione del Sempione), qualora venga a mancare una valida opzione ferroviaria?”. Inoltre quali misure intende adottare il Consiglio di Stato “per tutelare il Ticino dalle conseguenze derivanti da queste decisioni?”.

L'assemblea del Sev

Intanto il Sev, il Sindacato del personale dei trasporti, ribadisce la propria contrarietà al taglio dei posti di lavoro legato “all’ennesima riorganizzazione di Ffs Cargo”. Tra ieri e oggi si sta svolgendo a Berna il Congresso del Sev, presente anche il ministro dei trasporti Albert Rösti. “Il personale Ffs Cargo ticinese non ha perso l’occasione per portare all’attenzione del consigliere federale il tema dei tagli di posti – afferma il Sev in una nota -. Con un’azione di sicuro impatto emotivo e molto simbolica, in una sala gremita è stato inscenato un corteo funebre per la dipartita di Ffs Cargo”. Questo “è quanto il Sev teme possa succedere alla luce della strategia messa in atto dall’azienda”.