Gli eredi dell’azionista di maggioranza, patrocinati dall’avvocato Paolo Bernasconi, querelano. Chiedono inoltre la ricusazione di tutti i procuratori
Affaire Hospita: la Lega non parteciperà alla sottocommissione speciale della ‘Gestione’ che si occupa dell’alta vigilanza; mentre gli eredi dell’azionista di maggioranza, nel frattempo deceduto, hanno denunciato la direttrice amministrativa dell’epoca, cioè l’ex granconsigliera leghista Sabrina Aldi, l’ex amministratore unico, il dottor Claudio Camponovo, e suo figlio, il procuratore pubblico Alvaro Camponovo. Eccole, in ordine di tempo, le ultime due novità. Sono emerse oggi. Si fa pertanto sempre più complesso il dossier, sia sul piano giudiziario sia su quello politico. Insomma, il gioco si fa duro.
Ora è ufficiale, la Lega si tira fuori dalla sottocommissione speciale ‘Hospita’. Nessuno dei leghisti prenderà parte ai lavori del gremio creato ad hoc qualche settimana fa dalla commissione parlamentare ‘Gestione e finanze’. Ruolo della sottocommissione: trattare alcuni aspetti sollevati dall’interrogazione dell’Mps dal titolo “Sabrina Aldi, Cristina Maderni, Alvaro Camponovo, Eolo Alberti, Claudio Camponovo, Norman Gobbi, Claudio Zali: tanti soldi, sponsorizzazioni, politica e magistratura e… tanto altro”. Il dossier Hospita Suisse appunto, che vede coinvolti anche, a vario titolo, esponenti del movimento di via Monte Boglia. C‘è chi dalla Lega è stato estromesso: come Alberti, indagato per presunti reati patrimoniali a danno della società (reati da lui respinti). C’è chi si è dimesso prima della probabile espulsione: come Aldi, che indagata non è. Per questioni di opportunità politica, la Lega si era dunque finora defilata, in attesa di decidere su una propria adesione o meno alla sottocommissione speciale, di cui avrebbe dovuto far parte un rappresentante per ogni gruppo parlamentare. Finora, appunto. A motivare senza troppi fronzoli la decisione di non partecipare all’organo parlamentare è il coordinatore della Lega Daniele Piccaluga: «C’è ancora un procedimento penale in corso. Fatte le nostre valutazioni interne, come Lega abbiamo deciso di non aderire alla sottocommissione». Né più, né meno.
L’assenza della Lega, spiega il coordinatore della sottocommissione Fabrizio Sirica, «non pone nessun problema formale». Sì perché a un primo parere giuridico, che indicava come obbligatoria la partecipazione, ne è seguito un secondo che permette di sciogliere questo nodo: «È effettivamente obbligatorio partecipare ai lavori commissionali e parlamentari – osserva –, ma non alle sottocommissioni o ai gruppi di lavoro. In questi casi sta infatti al gruppo parlamentare valutare se aderirvi o meno». Della decisione della Lega, puntualizza il socialista, «come sottocommissione prendiamo atto, ma non facciamo alcuna considerazione sulla sua opportunità».
Come stanno proseguendo i lavori? C’è un orizzonte temporale? «Tengo a precisare – premette il copresidente del Ps – che in nessun modo ci sostituiamo a quello che sono i compiti della magistratura, ma esercitiamo l’alta vigilanza». Ovvero: «Osserviamo e approfondiamo comportamenti, azioni e prassi del Consiglio di Stato, e/o di suoi membri, e nell’Amministrazione cantonale per eventualmente fare delle valutazioni di opportunità e di cambiamento. Siamo molto attenti a non travalicare questi paletti». Venendo ai lavori, prosegue Sirica, «stiamo seguendo un calendario abbastanza fitto e avanziamo in maniera celere».
Non da ultimo, la posizione della rappresentante per il Plr in sottocommissione Natalia Ferrara che, quale presidente dell’Associazione del personale operante nel trasporto lacuale e terrestre Ticino, è chiamata a trattare con la Società di navigazione Lago di Lugano Sa, il cui vicepresidente del Consiglio di amministrazione è Enea Petrini, avvocato ed ex membro del Gran Consiglio tra le fila della Lega. Ma soprattutto, autore del famoso ‘rapporto segreto’ commissionato lo scorso anno dai vertici del movimento, coordinato all’epoca dal consigliere di Stato Norman Gobbi, per far luce sul caso Hospita e sulle mosse di Aldi e Alberti. Il tema è stato sollevato? «Ne abbiamo parlato e abbiamo ritenuto che non vi sia nessun conflitto di interessi: Ferrara non è collega di Petrini nel Cda, non rappresenta l’azienda, bensì un’associazione del personale», argomenta Sirica.
Nel frattempo al caso Hospita si è come detto aggiunto un ulteriore tassello giuridico. Stando a quanto riportato dalla ‘Rsi’, gli eredi del defunto azionista di maggioranza della società hanno presentato – tramite l’avvocato Paolo Bernasconi – una denuncia contro Aldi, nonché contro Claudio e Alvaro Camponovo. Denuncia (una cinquantina di pagine, ci risulta) nella quale si ipotizzano l’amministrazione infedele, la concorrenza sleale, la concessione e l’accettazione di vantaggi. In particolare, scrive la ‘Rsi’, “averi e contratti della Hospita sarebbero stati ‘dirottati’ in modo sospetto verso una nuova società fondata da Claudio Camponovo e Sabrina Aldi”. Alvaro Camponovo “è stato denunciato per accettazione di vantaggi, poiché l’ex deputata (Aldi) l’avrebbe – stando alla querela – favorito nella sua nomina in magistratura”. Non solo. Gli eredi chiedono pure la ricusazione di tutti i procuratori pubblici coinvolti, dal momento che Alvaro Camponovo è un loro collega.
Raggiunto da ‘laRegione’ l’avvocato Nicola Fornara, patrocinatore di Aldi e del dottor Camponovo e che in veste di notaio ha rogato l’atto di costituzione della nuova società, ritiene la denuncia «totalmente priva di fondamento». Nel merito, afferma, «sono più che tranquillo. Vedremo cosa deciderà il Ministero pubblico, ma per quanto mi riguarda non potrà che finire in nulla». A preoccupare invece il legale sono «la lesione dell’onore e il danno reputazionale» ai suoi assistiti. E spiega: «Fare una denuncia è un conto, farla uscire sui giornali è un altro». La nuova società cui allude la ‘Rsi’, riguardo alla denuncia per concorrenza sleale, è la Swiss Anesthesia Solutions Sa. La società è stata costituita a fine aprile 2024 da Aldi, Claudio Camponovo e altri. Amministratrice unica è Cristina Maderni, fiduciaria di professione e granconsigliera del Plr, nonché, in quest’ultima veste, prima vicepresidente della commissione ‘Giustizia e diritti’. Maderni non è stata denunciata. Lei, Aldi e la Sa, difese dall’avvocato Fornara, hanno querelato nelle scorse settimane i deputati dell’Mps Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi per alcuni contenuti dell’interrogazione parlamentare, ritenuti dai denuncianti lesivi del loro onore. «Per quel che concerne l’ipotizzata denuncia per concorrenza sleale non vedo proprio cosa possa essere rimproverato ai miei clienti», riprende Fornara. «Non ho letto la denuncia presentata da Bernasconi e quello che so l’ho appreso dai media – aggiunge il legale –. Non mi risulta che sia stato aperto alcun procedimento penale. E, ripeto con la massima franchezza e la massima tranquillità, non capisco di cosa possono essere accusati i miei clienti».
Capitolo ricusazione. Sulla relativa istanza il Ministero pubblico si determinerà prossimamente, non prima di aver fatto approfondimenti di natura giuridica. Si tratta anche di capire se sia possibile chiedere la ricusa di tutti i pp. Ciò detto, l’istituto della ricusazione è disciplinato al capitolo 6 del Codice di procedura penale. L’articolo 56 indica i motivi della ricusazione: “Chi opera in seno a un’autorità penale si ricusa se: (...) f. per altri motivi, segnatamente a causa di rapporti di amicizia o di inimicizia con una parte o con il suo patrocinatore, potrebbe avere una prevenzione nella causa”. Ed è questo il punto richiamato nella domanda di ricusazione.
Fatte le verifiche necessarie, il pg potrebbe anche chiedere al governo la nomina di un procuratore pubblico straordinario. Si vedrà.